Brutto ma non per colpa di Totò (sempre grande) o di Achille Campanile (molto bello il suo soggetto surreale come del resto tutta la sua produzione letteraria), ma la cattiva qualità del film è dovuta ai pochi investimenti in comparse ed effetti speciali del produttore della Titanus Lombardo.
Unico film con Totò dove è presente Luisa Ferida.
I titoli tagliati fanno pensare ad un rimaneggiamento nel dopoguerra quando il nome dell’attrice divenne scomodo per le note vicende di vita che la coinvolsero.
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Bragaglia sul film
Noi fratelli Bragaglia, io, Anton Giulio, «Il teatro degli Indipendenti », abbiamo avuto sempre una grande ammirazione per Totò quando ancora era nell’avanspettacolo, pensavamo che sarebbe diventato qualcuno. Allora eravamo all’inizio della nostra attività - che poi Anton Giulio ha abbandonato per fare il teatro invece del cinema -. Tanto io che lui avevamo la passione di far fare un film a Totò, ma la difficoltà era di imporre un attore di avanspettacolo a un produttore. Invece è a Gustavo Lombardo che dobbiamo questo merito: aveva prodotto Fermo con le mani! e produsse anche Animali pazzi. Gustavo Lombardo, napoletano, era diventato amico di Totò e gli riuscì di cavar fuori dall’avanspettacolo questo’ grande attore. Insieme con Achille Campanile, avevamo pensato a un soggetto di grande fantasia, ma il film non si poté realizzare come era stato concepito da me e da Campanile, perché ci volevano dei mezzi finanziari enormi, in quell’epoca il cinema era limitato a un circuito esclusivamente nazionale, e poi per le difficoltà del produttore che era uno che si arrangiava e quindi mancavano i mezzi per fare tutte le enormi trovate fantasiose che avevamo trovato con Campanile per fare veramente degli animali pazzi. Nel film è rimasta soltanto una traccia, che funziona abbastanza, ma è venuto meno il pepe, che erano le pazzie degli animali. Ce n’è soltanto qualcuna appena accennata, ma le più facili e le meno costose perché le più costose avrebbero avuto bisogno di tempo e di danaro, che non avevamo. Approfittammo di certi ambienti che Lombardo aveva fatto non ricordo per quale film, tra i quali c’era un bellissimo, grandissimo salone che è quello del finale, della scena del matrimonio. Avevo chiesto per lo meno cinque-seicento comparse per riempire questo salone, ma Lombardo mi disse: «Tu sei pazzo, io non ho soldi », allora venimmo a patti, trecento, duecentocinquanta, finché stabilimmo centocinquanta comparse. Quando mi presentai a girare la scena non ce n’erano neanche cinquanta. Il film è tutto basato sul «doppio» che si fa con i mascherini, e allora approfittai di questo mezzo tecnico che avevamo adoperato nel resto del film e riempii la sala di duecento persone facendo quattro mascherini, e modificando le posizioni delle cinquanta persone, il cappello di quello lo mettevo a quell’altro, insomma venne fuori una sala che non ci si accorge che sono cinquanta persone, sembrano duecento.
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