Anita - Bocca di velluto (Torgny Wickman, 1973)

Quello che credevo essere un banale filmetto erotico di bassa lega si è rivelato invece essere un dramma ben costruito e toccante, in grado di tratteggiare la figura della ragazza protagonista mettendo in luce le diverse sfaccettature dei risvolti emotivi conseguenti alla sua inarrestabile ed irrefrenabile pulsione, la ninfomania.

Visto in sala all’Off Screen Festival nell’ambito della retrospettiva dedicata al cinema exploitation scandinavo, il film acquista spessore anche all’ottima interpretazione di Christina Lindberg (ospite d’onore del festival, che ha introdotto in sala questo e gli altri film da lei interpretati annoverati nella rassegna), che riesce a trasmettere in modo efficace il disequilibrio emotivo e la disperazione nella quale questa sua condizione patologica la precipitano.

Inaspettato happy ending in stile hollywood, quando invece io mi attendevo piuttosto un terribile finale intriso di nichilismo. Stavolta l’amore vince anche a Stoccolma.

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Succedeva a Genova, in un’epoca ormai lontana…

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Come accadde all’Ambasciatori di Roma con LA CALDA BESTIA DI SPIELBERG (non so se prima o dopo questo; probabilmente prima).

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E come accadde al Majestic di Milano per EVIRATION-BRAMOSIA DEI SENSI. In quel caso danneggiarono anche la hall del cinema e venne chiamata la polizia.

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