Spettacolare proto-mondo movie sulla tematica dei vulcani.
Il film è davvero affascinante, seguiamo le gesta di due pazzi furiosi, un vulcanologo (Tazieff stesso) ed un suo amico pittore (che si è fatto coinvolgere nella vicenda in quanto “amante della natura”) che si danno lo scriterito obiettivo di scendere nel cratere dei più grandi e pericolosi vulcani attivi di tutto il mondo.
Il loro viaggio dura due anni e li porta a fare avventure assurde, dal fare giorni di marcia nella giungla amazzonica facendosi strada col falcetto al salire fino a 6700 metri nel Nepal, un viaggio di diverse settimane a dorso di mulo e poi a scalare coi ramponi le nevi eterne, costruendosi degli igloo per non morire congelati.
Le immagini sono davvero spettacolari, assurde, mozzafiato, anche a quasi 70 anni di distanza si resta a bocca aperta. Sti due scriteriati si infilano nella bocca dei vulcani arrivando a pochi passi dalla lava, col calore che gli scioglie le suole delle scarpe. Stanno sul ciglio del cratere ad osservare l’eruzione, con esplosioni pirotecniche e colonne di fumi incandescenti e cenere che quasi li sfiorano, perché tanto hanno osservato che “generalmente il vento tira dall’altra parte”. Sfidano le forze della natura giocando d’azzardo con le proprie vite e (non si capisce come gli va sempre bene)… E riescono a portarsi a casa delle immagini davvero sbalorditive!
Avevo letto di questo film in un vecchio testo francese (Chasseurs d’images di Pierre Leprohon) e volevo vederlo perché il tizio è riuscito a filmare un’eruzione sottomarina alle Azzorre che in pochi giorni ha creato un vulcano, una specie di promontorio che si è collegato alla costa dell’isola, sorto dove prima c’era solo acqua. E io su questo vulcano ci sono stato, ci ho camminato sopra, quindi avevo una gran voglia di vedermi quella sequenza.
Purtroppo l’unica copia del film che ho potuto trovare è il telecinema di una stampa positiva in italiano in cattivo stato e che oltretutto dura solo 44’28’', mentre invece la pellicola dovrebbe durare un’ottantina di minuti. E in questa copia che ho potuto reperire, la sequenza che a me interessa è assente.
All’inizio credevo che mancassero dei rulli ma poi ho notato che nei titoli di testa c’è scritto “Riduzione italiana di Gian Gaspare Napolitano” (un nome celebre all’epoca nell’ambito del cinema etnografico), quindi ho pensato che l’edizione italiana fosse proprio “monca” in origine. Poi però ho verificato su italiataglia che la lunghezza accertata del film è 1919 metri, che dovrebbe corrispondere a una settantina di minuti. Di conseguenza la mia ipotesi è che Napolitano abbia tagliuzzato qua e là una decina di minuti e che tutto il resto del materiale assente dalla copia che ho visionato sia da imputare a cadute di fotogrammi e alla mancanza di un rullo.
Possibile che non si trovi una versione integrale (anche in altre lingue) di questo film così affascinante?
Nessuno ha notizie in merito?
prima volta che lo sento. mi ha ricordato un’operazione analoga di herzog. tutti i siti che ne parlano sono concordi sulla durata di 80’. provato a cercare col titolo italiano, francese e inglese un po’ ovunque ma per ora ciccia. assente anche da ru e vk dove di norma si trova quasi tutto l’onnipossibile. hai provato su cinemageddon? dove hai trovato il mozzicone italiano?
vistolo. ci sono dei passaggi effettivamente suggestivi, anche se in finale sono molti meno di quel che mi aspettavo, ma una visione di questa natura a ridosso di sole 5 ore scarse di sonno ne fa più di tre personal carciofati di maria rossa. le fumate cavolfiore intrippano più di una seduta di ipnosi e anche la desaturazione cromatica dovuta all’anzianità della pellicola che pare venire da quadri neoimpressionisti contribuisce non poco alla sensazione di sognare a occhi aperti e ad amplificare la quota allucinatoria. gli strapponi da deterioramento (i fotogrammi in piena caduta libera, messi assieme, dovrebbero assestarsi sul quarto d’ora buono) fanno il resto. molto bello anche il commento esuberato e spaccone da mondo-movie (del quale secondo me anticipa il vailatiano bluff: si veda il montaggio separato ma incrociato dell’eruzione e di loro che scappano a perdifiato in discesa con due differentissime situazioni di luce. quando la voce ci ricorda, a esplosione compiuta, che un minuto prima loro erano lì, la ripresa del vulcano ormai ridestato avviene chiaramente a chilometri di distanza, che a meno di essere flash gordon non copri certo in un minuto…).
a mia ipotesi, la durata è ridotta alla metà perché il master da cui è stato riversato era in condizioni pietose (nei passaggi in cui ci sono ampissimi salti di giunta si passa da una situazione continentale all’altra - lo si ode anche nella stuprata continuità del commento e l’immagine è così ghirigorata di righe da essere quasi cancellata/annerita del tutto - puoi immaginare quanti cuori ho lacrimato in quei passaggi!!). per cui ecco, secondo me è stato l’autore del telecinema a sacrificare il reverse dei rulli più danneggiati e inutilizzabili perché bruciati, acetati o ammuffiti o fisicamente malconci. anche la tua ipotesi è sposabilissima, potrebbe benissimo trattarsi di un adattamento in vista di un’emissione su piccolo schermo, ma quel finale così brusco e fuori posto interrompe l’esposizione di un concetto e non me la conta giustissima. in ogni caso non è completo e visto così è davvero ingiudicabile (non sono di coloro che privilegiano il piuttosto al niente)
come che sia, se hai apprezzato questo, preparati a strabiliare recuperando la soufriere di herzog che a parità di avventura si è portato assai più pericolosamente avanti di tazieff.
circa la fuoriuscita della versione integrale, la vedo grigissima ed è curioso che non la si trovi nemmeno in altre lingue - ho provato in extrema ratio a cercare anche quella tedesca, nada.
a titolo di curiosità il film potrebbe rientrare nel novero del topic sulle cinebestemmie internazionali: quando si calano nel primo vulcano spento, la voice over dice che usare una scala di corda può portare a situazioni sull’orlo della bestemmia. da lì l’audio diventa originale e udiamo imprecare a 100 db lo speleologo in discesa. non sono riuscito a decifrare cosa dice, ma chissà…