Siamo nel 2044, in un anacronistico futuro, l’umanità è in declino, l’agenzia di robotica ROC entra sul mercato coi suoi automi amici dell’uomo, privi di coscienza propria e di ledere in qualsiasi modo all’essere umano, programmati per fini di sicurezza in modo irreversibile.
Una notte un poliziotto in ronda, incontra uno di questi automa intento ad atti insoliti, e impulsivamente, terrorizzato dallo sguardo e l’atteggiamento di quest’ultimo decide di ucciderlo.
Durante l’autopsia del robotico rottame, l’assicuratore Jacq Vaucan (Banderas) si troverà di fronte a non pochi interrogativi…
E pensare che in Italia siamo ormai avezzi a identificare Banderas come uno che riempie le ciambelle di budino parlando con le galline, qua c’è proprio un bel ribaltone!
La scelta stilistica del futuro è saggia, siamo in un futuro ideale, un futuro parallelo, ma di qualche anno fa, a voler fare un paragone tecnologico-ambizioso siamo negli stessi tempi di Blade Runner, è un futuro si, ma le ultime tecnologie note sono quelle di fine anni '80, si comunica con obsoleti cercapersone e le automobili sono i carrozzoni di quel periodo, il futuro visto come quelli della mia generazione lo immaginavano da bambini, eh?
Una storia ambiziosa, già vista e già rispolverata, Asimov, io Robot, A.I., Uomini Bicentenari e cazzi a strisce vari.
I risultati ci sono e l’intrattenimento è garantito, grandissimo Banderas, in formissima conferma al pubblico di essere ancora un grande attore, le ambientazioni sono da urlo, per non parlare:
del risveglio nel deserto coi 4 robot in fila, da pelle d’oca.
E bravo anche Gabellino, che gli ha detto agli americani che i film di fantascienza fichi li facciamo anche in europa.
Visione stra-consigliata.