Axel F - Beverly Hills Cop IV - Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F (Mark Molloy, 2024)

Come sappiamo, il film originale doveva essere un action serrato con Stallone, ma con il coinvolgimento di Eddie Murphy il regista Martin Brest improvvisò una commistione tra risate e sparatorie che fece impazzire il pubblico.

La forza del primo film era quella di confrontare i metodi grezzi ma efficaci del poliziotto di Detroit (imparati nella difficile vita da strada) con quelli prettamente aderenti alle regole degli imbolsiti detective di Beverly Hills - con il netto vantaggio dei primi e una implicita critica al modo di vivere lussuoso.

Il secondo film inizia con Eddie Murphy/Axl Foley che, a Detroit ha una Ferrari! Certo, non è propriamente sua, ma quello che veniva fuori dal primo film viene ribaltato: nel film di Brest il poliziotto di strada non era cambiato dall’approccio con i fasti di Beverly Hills ma aveva invece influenzato chi ci abitava con il suo modo di fare; l’incipt del seguito suggerisce invece il contrario…confermato poi dal resto del film e controfirmato dal luccichio che sapientemente Tony Scott sparge: Foley è sempre più a suo agio con i piaceri e i lustri che la famosa cittadina offre ai (pochi) privilegiati che possono permetterselo.

Il terzo episodio porta la firma di John Landis e vede Axel Foley muoversi in un ambiente nuovo, lontano dalle strade a cui è abituato: Wonder Land, un parco giochi simile a Disneyland. Landis parte legandosi ai caratteri e ai temi del primo film: ripristina l’uso combinato di scene comiche e sparatorie, riutilizza personaggi apparsi nel capostipite e soprattutto Foley è tornato il poliziotto di strada: il film inizia con il protagonista nel bel mezzo di un’operazione di polizia nella sua pericolosa Detroit, operazione che degenera in uno spericolato inseguimento di macchine e violente sparatorie. Ma quando si entra a Wonder Land, tutto sembra prendere una dimensione bidimensionale: Foley diventa un supereore (salva due bambini arrampicandosi su una giostra malfunzionante), i cattivi si comportano come in un fumetto, le stesse attrazioni del parco sono irreali, con animatroni impossibili e comandi di controllo naif…Wonder Land sembra strizzare l’occhio alla Toontown di Roger Rabbit (anche un plot device è identico a quello del film di Zemeckis: la prova per incastrare i cattivi era stata sempre in mano a Foley, scritta su un pezzo di carta che conteneva un messaggio…proprio come il testamento che lasciava Toontown ai cartoni, che era stato sempre in mano a Roger Rabbit).

Il quarto episodio inizia con Foley che esce dal buio di una galleria in auto, accompagnato dal suo celebre motivo musicale. Ed è l’unica scena degna di nota di un film fiacco, che procede in modo meccanico, una pallida imitazione dei primi due film, fingendo che il tempo non sia passato, che sia tutto come 30 anni fa. Scene d’azione poco inventive, dialoghi elementari, personaggi storici che subentrano in modo forzato, plot prevedibilissimo, regia senza carattere… tutto sembra composto dal temutissimo algoritmo. Un fan service fatto senza passione.

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Dopo la visione dei vari trailer le mie aspettative erano altissime, ma purtroppo non si sono rivelate tali, Murphy meno in forma del previsto, come è stato giá detto i personaggi storici entrano in azione in modo troppo forzato, (Taggart quasi irriconoscibile).
Nell’insieme sembrerebbe quasi una sorta di rifacimento dei primi due… girato probabilmente troppo tardi.
Per assurdo, il terzo film, quello odiato da Murphy, è più divertente di quest’ultimo…
Bella comunque la scena del trio di protagonisti nella scena finale…
Nei trailer, alcune battute non sono presenti in modo identico nel film, riguardo il doppiaggio la voce di Murphy è davvero notevole, e a mio avviso non fa rimpiangere Il buon Accolla, mentre Taggart e Rosewood hanno le stesse voci degli altri film.

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