Babylon (Damien Chazelle, 2022)

Visto anch’io questo w-e, in due tranche vista la durata. E se non ho amato La La Land, ho invece adorato questo Babylon. Che si rifà proprio a quel periodo delirante, caotico, circense a cavallo tra anni 20 e 30, altro che “rigore delle cronache del tempo”, tutto era permesso e tutto si faceva, basta vedere la strana morte di Thomas Ince, produttore cinematografico e inventore del Western, ammazzato durante una festa dal tycoon dei media Hearst (che invece cercava di ammazzare Chaplin), al tal soggetto rivedersi la piccola gemma di Bogdnanovich The Cat’s Meow. Era un periodo folle, pre codice Hays, con alcool (in pieno proibizionismo) a fiumi e coca come manco Pablo Escobar ne aveva vista. E in questo lungo, bellissimo omaggio a quell’epoca d’oro abbiamo 4 (soli) personaggi, la loro ascesa e il loro crollo, il passaggio dai silent ai talkies, ispirandosi ovviamente al film di Gene Kelly Singing in the rain. C’è tutta la follia di quegli anni irripetibili, registi che diventeranno presto autisti come Von Stroheim in Sunset Boulevard, attori che passano dalle stelle alle stalle (la sequenza del talkie di Pitt è ripresa paro paro dal film di Kelly), attrici che non appena aprono bocca distruggono la loro carriera nonché fascinosa immagine. Se devo trovare due appunti sono l’eccessiva magrezza della pur bravissima Margot Robbie, che poco c’azzecca con l’epoca, e l’eccessiva discesa agli inferi con Tobey McGuire, ma a mio avviso son dettagli che non ne inficiano la grandezza. Mega flop al botteghino, tempi duri per Chazelle.

PS

Bentornato Scerba!

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