Una specie di heist movie sui generis, una cooproduzione svizzero-italiana, disponibile su playsuisse (il raiplay della tv svizzera, praticamente).
Alla fine, a voler ben vedere, si tratta di un’opera che parla del segreto bancario svizzero, del fatto che i soldi che la gente accumula lì hanno provenienze sconosciute e che spesso sono stati accumulati in modo illecito. Ciò si riflette nell’esperienza dei personaggi: diversi di essi hanno un passato oscuro, che non ci è dato sapere, di cui emergono a volte degli elementi ed altri restano a noi ignoti. Si muovono seguendo delle traiettorie parzialmente indecifrabili ed è difficile capire quali motivazioni li spingano a fare ciò che fanno.
Il mistero, il non detto, le mezze verità, sono un po’ alla base della pellicola a mio modo di vedere.
Il film tutto sommanto è piuttosto interessante, pur avendo un ritmo abbastanza lento. Ciò che più mi ha turbato nella visione è però l’accento ticinese col quale viene recitato, qualcosa a cui non sono per niente abituato e che mi ha fatto un effetto straniante, quasi grottesco.
Belle le ambientazioni del lago di Lugano e dintorni.