Barney's Version - La versione di Barney (Richard J. Lewis, 2010)

NEWS 13/8/2009 - IL SET A ROMA DA LUNEDI’
Barney, la versione cinematografica
Dal romanzo capolavoro di Richler il film con protagonista Paul Giamatti

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FULVIA CAPRARA ROMA
La «vita dissipata» di Barney Panofsky diventa film. Le riprese iniziano a Roma lunedì prossimo, sul set l’attore Paul Giamatti nei panni del protagonista, mentre Dustin Hoffman, che interpreta suo padre, sarà impegnato a Montreal nella seconda parte della lavorazione. A dirigere la trasposizione cinematografica della Versione di Barney, il romanzo fenomeno di Mordecai Richler che solo in Italia ha venduto oltre 100 mila copie, è Richard J. Lewis, il regista della serie Csi.

L’esercito degli appassionati è già in subbuglio: riusciranno gli autori dell’impresa a rendere con la necessaria efficacia le mille sfaccettature del carattere di Barney? Il produttore Domenico Procacci, gran capo della Fandango che produce l’opera con Robert Lantos di «Serendipity Point Films», dice di essere felice perché «dopo anni di lavoro si è arrivati a un copione all’altezza del romanzo. Non era facile condensarne lo spirito in due ore destinate al grande schermo». E infatti, racconta Procacci, «ci sono state, prima di questa, molte altre stesure, anche una iniziata dallo stesso scrittore che poi è morto».

Barney non è un tipo semplice, Richler lo descriveva come «molto critico nei confronti di se stesso, si sente in colpa e inadeguato come si sente la maggior parte delle brave persone… è certamente un personaggio complicato, ma con una gran fame di vita». Inevitabile prevedere critiche, suggerimenti, osservazioni dal grande popolo dei fan: «In alcuni Paesi del mondo il libro è stato particolarmente amato e l’Italia è fra questi. È chiaro che quando si va a toccare un oggetto così venerato, si rischi di scontrarsi con la diffidenza».

La sceneggiatura definitiva, firmata da Michael Conyves, rispetta l’impianto del libro, storia di Barney Panofsky, ebreo canadese, produttore televisivo di successo, impulsivo e sfacciato, che all’età di 70 anni decide di mettersi a scrivere per dire la sua sulla morte del caro amico Boogie e rispondere all’accusa di omicidio mossagli dallo scrittore Terry McIver: «Non posso lasciare senza risposta - si legge nelle prima pagina del racconto - le volgari insinuazioni su di me, le mie tre mogli, la natura della mia amicizia con Boogie…».

A scandire la narrazione, come nel volume, le figure delle tre mogli, anzi, come dice l’autore riportando la definizione del nemico Terry, «la troika di Barney Panofsky». Rachelle Lefevre è Clara «una rompiscatole di talento» che «riusciva a farmi ridere di me, un dono da non sottovalutare». Minnie Driver è la seconda signora Panofsky, «tipica rappresentante di una schiatta, quella delle ereditiere ebree americane, che generalmente non gode di una buona stampa». Rosamund Pike è Miriam, l’adorata terza consorte che «vestiva in modo molto discreto, senza concedere nulla all’ostentazione dilagante».

Il budget del film, 12 settimane fra Roma, Montreal e New York, sfiora i 20 milioni: «Avevo letto il libro molto prima che prendesse corpo l’ipotesi del film - spiega Procacci -, mi è subito piaciuto perché, pur raccontando eventi drammatici, è sempre di una grande vitalità, capace di coniugare in modo eccezionale divertimento ed emozione».

Visto in dvd un po’ di tempo fa, non avevo letto il libro ma il film mi è piaciuto molto, il regista lascia spazio a un grande cast, su cui principalmente troneggia Paul Giamatti, a mio avviso ormai uno dei migliori attori a Hollywood: vederlo a fianco del mostro sacro Dustin Hoffman (anche lui bravissimo) è da brividi. Anche il resto del cast è impeccabile, da Minnie Driver a Rosamund Pike, a Rachelle Lefevre. Piccola parte per Massimo Wertmüller a Roma, mentre c’è uno stuolo di registi in camei da lecccarsi i baffi: Denys Arcand, David Cronenberg, Ted Kotcheff e Atom Egoyan. Da vedere.

PS: tra gli extra del dvd italico non so come mai ma ci hanno infilato un commento di cicciopotamo Ferrara. Grasso che cola.