Bâtards (Fred Saurel, 2002)


DVD:

Un film particolare, difficilmente inseribile in una categoria, che gioca molto con lo spettatore, lasciandoti credere in continuazione (attraverso atmosfere, indizi, stile) che stia per succedere qualcosa che poi invece viene disatteso dallo sviluppo della trama. Un continuo ribaltamento di aspettative in cui il punto di vista “normale” viene messo in discussione dall’esistenza e dalla quotidianità di una famiglia totalmente fuori dalla norma.
In questo senso è molto significativa la frase di lancio, ovvero “Les préjujés tuent”, “i pregiudizi uccidono”.

Si parte con una coppia borghese con l’auto in panne bloccata in una strada isolata della costa brava. Niente rete telefonica, niente paesi nell’arco di 45 km, niente di niente. Solo una colonnina dell’SOS collegata a una sorta di accampamento di redneck disadattati, gente strana e imperscrutabile, che arriva col carro attrezzi e rimorchia l’automobile dei due malcapitati fino alle loro baracche. Le atmosfere trasmettono disagio, il regista gioca con l’immaginario cinematografico dello spettatore riportandolo emotivamente a situazioni da Non aprite quella porta. La coppia è bloccata in mezzo al nulla con questa banda di svitati fino a quando l’auto non sarà riparata (e sembra che i due “meccanici” se la prendano davvero comoda) e la situazione è tesa. Ma pian piano le prospettive si ribaltano ed emergono impulsi ed istinti inaspettati, facendoci riflettere sui concetti di diversità, normalità, moralità e amoralità. Con annesse esplosioni di violenza, rabbia e sangue.

Saurel (attore con un paio di regie in curriculum) gira con stile a tratti morbido, a tratti frenetico, muovendosi a suo agio in entrambe i casi, confezionando una messa in scena fresca e originale. Una grandissima attenzione per le scenografie e i decori (molto belle le roulotte e le casupole artigianali in cui vive questa famiglia strampalata), affascinanti le sculture metalliche realizzate dal personaggio dell’artista-saldatore.
Nei titoli di coda viene indicato che una sequenza è girata da Jan Kounen, ma non sono riuscito ad identificare quale.

Mi rendo conto che in questa minirece non ho fatto altro che parlare delle atmosfere e dello stile di regia, ma purtroppo è davvero ostico addentrarsi sul piano della trama, qualsiasi cosa provassi a raccontare sarebbe a rischio spoiler. Se vi intriga vedetelo.