Battisti di destra?

>Scusa, io che ho scritto?

Non essere malmostoso, ho solo ribadito il concetto.

Se permetti, io mi tengo anche Battisti e Caputo, pur non apprezzando moltissimo quest’ultimo musicalmente.

E prima di dare adito a polemiche, quel che intendo dire è che, per me, l’arte è arte, anche quando è espressamente politica. Ma non è questo il caso, ovviamente, e quindi a maggior ragione mi tengo anche Battisti.

E’ chiaro che all’epoca canzoni tipo"Dio mio no"o"Comunque bella"non potevano essere accettate dalle femministe,ma questo valeva per Battisti e per cento altri.
Se poi vi volete fare due palle cosi’ ascoltatevi"Alle sorelle ritrovate"di Antonietta Laterza e Nadia Gabi

beh caro oldyoung (a proposito benritrovato!!) pensa allora solo a La canzone della terra… da un punto di vista femminista inaccettabile in tutto e per tutto

però è una delle sue canzoni più splendide… quello che io penso è che puoi essere completamente in disaccordo col testo di una canzone, però se esso è oggettivamente superlativo e si fonde in modo strepitoso con la melodia una canzone bellissima è e una canzone bellissima resta…

Il problema,caro Pollanet(grazie per i saluti),e’ che bisogna essere mentalmente aperti e all’epoca bastava frequentare un’assemblea scolastica,per rendersi conto di una chiusura e di una violenza ,anche solo verbale contro chi non era schierato a sinistra.Le femministe,quelle dure e pure,ce l’avevano con Battisti,ma anche con personaggi molto meno importanti,tipo il Drupi di “Piccola e fragile”,chiaramente il Cocciante di"Bella senz’anima" ,forse anche perche’ si dava molta piu’ importanza al testo rispetto alla musica

Verissimo. Solo adesso i miei 50enni genitori si sono resi conto di quanto cervello hanno perso appresso a certi “dritti”:frowning:

Grazie Franco, sagge parole.

Nononon, qui si parla proprio di musica. A mio avviso, e non solo, è stato il più grande. Arrangiamenti allucinanti, in epoca in cui bastava una chitarra e 3 note per sentirsi “autore”. Concept album di respiro internazionale che nulla avevano da spartire con la musica da italietta che si sentiva per lo più. Risentirsi Anima Latina, tanto per gradire. E, a riprova di ciò, le sue canzoni, le più richieste sul mercato dagli altri artisti, tutti volevano cantare le sue musiche, così nuove, così innovative.

Beh, essendo nato nel 71, difficilmente mi potevo leggere i giornali all’epoca. Ho letto però, in seguito, alcuni articoli, effettivamente deliranti. Ma la situazione era quella. De Gregori stesso non venne contestato in un concerto, con conseguente assemblea e processo a De Gregori?

Beh, effettivamente Mogol…era molto “onesto”. :slight_smile: Basta leggersi Perché Non Sei Una Mela, ma anche Innocenti Evasioni…:smiley:

Specchio, riflesso, sempre una volta più di te…

Riporto alcuni passaggi tratti dal bel libro scritto qualche anno fa dall’amico nonché compaesano Tullio Lauro insieme a Leo Turrini: “Fascista? una leggenda metropolitana”, in Emozioni, Zelig editore, Milano, 1995, pp. 149-160.

Quelli che lo amavano e conoscevano ogni sua canzone a memoria, se lo sussurravano a mezza voce. Quelli che lo ascoltavano, ma solo di nascosto, lo proclamavano stentorei: Lucio Battisti è fascista. Anzi, finanzia i fascisti di Ordine Nuovo e pure il Movimento Sociale Italiano. Prove? nessuna. Documenti? Neanche a parlarne. Sue ammissioni o smentite? Figuriamoci, i suoi amici, tutti, negano che mai amato parlare di politica. Ed ecco allora che si passa dai rumors alla vera e propria leggenda metropolitana con ogni crisma…
Gli anni sono i Settanta, quelli difficili, dove nel mondo giovanile imperversavano i duri e puri ideologizzati dell’estrema sinistra. “Lo ascoltavamo quasi di nascosto”, racconta Lanfranco Vaccari, inviato speciale di Panorama, “perché, chissà com’è, a un certo punto la Commissione di Vigilanza sulla Linea lo scomunicò con una sentenza definitiva: fascista. Nessuno ha mai saputo spiegare come sia nata questa leggenda metropolitana, ma la Commissione di Vigilanza sulla Linea era implaclabile con i controrivoluzionari”. Di quella fantomatica Commissione “inventata” da Vaccari non avrebbe potuto non far parte Mario Capanna, allora ascoltatissimo leader del movimento studentesco milanese. “Battisti era di destra? Ma non ce ne fregava un granché, non c’era nessun muro di Berlino musicale”, dice oggi, cercando di ricondurre ogni cosa al fatto che quegli anni devono essere sempre e comunque ricordati come formidabili. Più preciso Turi Toscano, ideologo del Movimento studentesco , il quale scrisse che con Battisti bisognava “regolarsi come MArx aveva fatto con Honoré de Balzac: l’uomo potrà anche essere di Destra, ma la sua arte no. COme ogni voce di libertà appartiene a tutti i sinceri rivoluzionari”.
Walter Veltroni non nega invece di aver sentito pure lui la voce sul Battisti destrorso. “Ma non mi è mai passato per la testa di non ascoltarlo per quel motivo”, per poi andare oltre, inserendo nel dibattito un’altra inquietante ipotesi da Leggenda Metropolitana, come scrive sul Dizionario della Canzone Italiana nel 1980: “E’ stato descritto come finanziatore alternativamente dei Fascisti e di Potere Operaio”. Siamo in piena schizofrenia.
Sull’altro versante Gianfranco Fini, allora segretario del Movimento Sociale, nel marzo ‘93 si irrita: "Non rivendico assolutamente Battisti alla Destra. COme si fa a catalogare un’opera d’arte di Destra o di Sinistra? E’ la Sinistra che lo fa, essere impegnati voleva dire essere schierati a Sinistra, o viceversa. Certo, concetti a noi cari si ritrovano più in Battisti che in Dalla, ma questo non autorizza a dire che uno stava di qua e no di là".
(Continua…)

Ieri sera ho intercettato su Rai uno speciale del Tg1 dedicato a Lucio Battisti…il Grande Lucio Battisti.
Lo speciale trattava la figura di Battisti non solo come musicista ma anche e soprattutto come Uomo.
Diverse testimonianza riportate da musicisti dell’epoca tratteggiavano un Battisti chiuso,introverso,poco aperto al dialogo.
Tutti unanimi però nell’affermare che sia stato il più grande della sua epoca.
Non so se vi saranno repliche

Ovviamente l’ho registrato su HD… :cool:

Però si interessò al “tuo” degnissimo movimento radicale … ripeto un interessamento, nulla più … me l’ha detto Radius …

> Però si interessò al “tuo” degnissimo movimento radicale … ripeto un interessamento, nulla più … me l’ha detto Radius …

E’ vero, anche la buonanima di Lauzi confermò a suo tempo questo interessamento di Battisti verso il movimento radicale. Tant’è vero che Maurizio Cabona ironizzò su queste dichiarazioni lauziane, scrivendo che forse il cantautore genovese aveva fatto un po’ di confusione tra Pannella e Panella.

Interprete è colui che canta canzoni di altri. Battisti se le scriveva quindi è un cantautore e ciò che ha scritto è spesso stato innovativo se non rivoluzionario.
Per me il più grande musicista “leggero” italiano. In assoluto c’è Morricone.

Mi ricordo quando ero più ragazzetto e ascoltavo i Clash…

Quante ne ho lette sul loro essere “comunisti”, “sandinisti”, “filocastristi”, “socialradicali”, “anarcoliberisti” etc. etc. etc.

Sei lì che ti ascolti “Give’Em Enough Rope” tutto beato.
Poi ti tocca di risentirtela cercando di cogliere il marxismo alla base della lirica e non ti diverti più come prima.

Un poco più in là con gli anni, studiavo Storia Dell’Arte, quante “riletture” politiche nelle opere di pittori, scultori e creativi di ogni sorta…
Tutti questi studiosi che si interrogavano sulle significazioni politiche da appiccicare a braccia al cielo, a sguardi torvi e accusatori, a semantiche dell’abbigliamento e persino alle ondulazioni del ciuffo dei soggetti ritratti.

Può essere un dolce passatempo.

Ma il voler “scoprire” a tutti costi (spingendo oltremisura fantasia e immaginazione quando mancano i fatti) che tessera stava nella tasca del buon Michelangiuolo o che scudetto si lustrava l’Arcimboldo può portare ad un “appannamento” dell’arte stessa.
Un perdersi in “presunte altre vie” quando la maestra stava segnalata ben bene. E signficava pure tutt’altro.

Ma tu chiamale se vuoi…rivisitazioni…

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Io a 35 anni ascolto ancora i Clash e li ritengo ancora “immensi” anche per il loro essere comunisti, sandinisti, filocastristi …
Che bello quando la gente si schierava senza paura di passare per estremista …

tu chiamala se vuoi nostalgia di Joe Strummer

Il disimpegno politico, nell’epoca dell’avvento dei cantautori politicamente attivi e impegnati, ha certamente influito a corroborare tale suggestiva ipotesi.

La non militanza come scelta conservatrice e quindi borghese.

Però tifafa Lazio…