Birdman - Alejandro González Iñárritu, 2014

abcde

Un buon film tecnicamente, ma io personalmente mi sono annoiato molto.

In torno al mondo di attori di teatro e stelle di hollywood (o di altre superstar) e le loro traumi

Non ho visto il tempo di finirlo …

Beh, personalmente pure io all’inizio non ne ero molto entusiasta, però ho voluto vederlo fino alla fine proprio perchè son sempre convinto che, come spesso mi è accaduto per i film non terminati, il giudizio è “parziale”… un po come per una canzone, un fumetto, un libro, etc… insomma, spesso mi son ricreduto pure con gli anni e con una visione migliore… ovviamente rispetto il tuo parere, ci mancherebbe!!! :oops:

Ma io lo ho, disgraziatamente, finito :plasma:

Non so che dire… io oggi l’ho visto per la seconda volta ma, al cinema e, mi è piaciuto ancora di piu’!!! :confused:

Visto una decina di giorni fa. Dato che è la notte degli Oscar, sono un pò diviso nel tifare questo film o “Grand Budapest Hotel”: diciamo che se prevalesse il lavoro di Inarritu, sarei comunque lietissimo. Un’opera di grande ricchezza, tecnicamente “da paura”, attori da elogiare in blocco: in breve, Cinema.

E son 4 Oscar 4 che il film ha conquistato! Curiosità: per il secondo anno consecutivo un messicano riceve la statuetta quale miglior regista. E per la seconda volta consecutiva Emmanuel Lubezki vince come direttore della fotografia. Ben fatta. .

A me spiace solo per Keaton che avrebbe meritato pure lui l’Oscar, ma si sa che, senza nulla togliere a chi l’ha vinto che, sono decenni per non dire da sempre che, quando uno interpreta un personaggio afflitto da un male incurabile, un handicap… per non parlare degli Oscar postumi, beh… non c’è gara e secondo me non è giusto perchè allora avrei voluto vedere se ci fossero state cinque interpretazioni simili… li’ si sarebbe vista veramente la bravura… unico dispiacere per Tom Cruise che nel 1990 con “Nato il quattro luglio”, se non il suo film migliore, per me tra i migliori… è rimasto a “secco” ma perchè interpretava un personaggio scomodo per gli Stati Uniti che, ogni anno almeno “si lavano la coscienza” per altre cose con questi premi a personaggi che purtroppo nella realtà, non fingono, anzi… come vediamo, c’è pure chi ci specula sopra… ma, si sa che è la realtà ed avviene un po in tutti i campi della vita… lo dico perchè in tanti anni di volontariato ho visto cose disgustose, comunque son soddisfatto per i quattro Oscar e spero che Keaton si rilanci!!! :wink:

Keaton è stato clamorosamente derubato del premio da Redmayne, gran faccia di minchia e labbroni da mignotta. Che nel 2015 il repertorio di smorfiette di un attorucolo basti per vincere l’Oscar è semplicemente osceno. Basta con gli attori che simulano handicap o malattie, cazzo… Comunque, non fate i coglioni, e correte in sala a vedere “Birdman”!
P.S. Eccezione: Julianne Moore che ha preso la statuetta per “Still Alice”. Ma la storia è un pò diversa, e la Moore andava premiata già in altre occasioni. Un risarcimento non tardivo, ecco.

C’è già il br yankee: vedi www.dvdbeaver.com/film5/blu-ray_reviews_65/birdman_blu-ray.htm

A me sembra che, dopo aver mollato Arriaga, il cinema di Inarritu sia più libero e vario. Da “Amores Perros” fino a “Babel” ho avuto la sensazione di assistere sempre al solito film, programmatico e predicatorio, greve e sensazionalistico.
“Biutiful”, “Birdman” e, dal quel che si può intuire dal trailer, “The Revenant” sembrano segnare un percorso nuovo e fresco, con opere differenti sia come stile, che come mood.

Premesso questo, “Birdman” mi sembra poco più di un divertissement sul mondo del cinema e su tutte le frustrazioni e i sacrifici che si porta dietro, a fronte dei successi.
Riggan è una celebrità che cerca disperatamente di essere un attore, un supereroe che lotta per essere ancora umano, un uomo egocentrico che si crede in grado di essere un padre e un compagno.
La sua lotta è comunque destinata a essere persa, se se la gioca con le armi della sincerità, della lealtà e della correttezza. Tutti dichiarano di inseguire la realtà (come il maniacale e instabile Mike di Edward Norton), ma in verità la fuggono. O usando droghe (la figlia Sam) e alcool (la critica) o sperando di diventare madre (la compagna di Riggan) o di essere un’attrice di broadway (il personaggio della Watts). In quest’ottica, il finale paraculo e ad effetto ha una sua lucida coerenza. Così come ha perfettamente senso il fasullo e posticcio pianosequenza col quale è costruito il film, trionfo del trucco nella tecnica di ripresa per eccellenza che dovrebbe restituire il senso del reale.

I difetti del film mi sembrano legati più che altro alla costruzione. La prima parte è molto briosa, poi il film si affloscia un po’. Ma, soprattutto, il peso dei personaggi è mal distribuito. Nella prima ora si approfondiscono piuttosto bene sia Mike che Sam, ma in seguito quasi spariscono dalla scena.

La scelta che trovo assolutamente riuscita, come già evidenziato ovunque, è quella di affidare la parte di protagonista a Keaton. Naturalmente sia per il suo passato come Batman, ma anche per la sua volontà di tornare a dimostrare di essere ancora un attore dopo anni di film minori.
Inarritu dirige tutti molto bene, da un Norton finalmente di nuovo trascinatore, a una Stone più complessa rispetto alle sue precedenti prove, passando per Galifianakis finalmente cinico e non più tontolone.

Se il film avesse avuto il coraggio di affondare un più nel ritratto del mondo culturale occidentale odierno, dominato da bambineschi cinefumettoni interpretati da attori che sognavano Carver, forse sarebbe riuscito ad essere qualcosa di più di una piacevole fantasia.

io il tempo di finirlo l’ho visto dopo 10 minuti
è stato talmente sgradevole l’approccio che ho spento subito tutto senza neanche pensarci

Dagli una seconda chance. Non è mica un film italiano. .

Mi ha lasciato freddino, parecchio…

L’ho trovato diseguale e molto autocelebrativo, credo che sia questa la cosa che mi ha dato più fastidio.
Belli i piani sequenza (anche se pieni di trucchi) ma il film non mi ha mai preso veramente e alla fine l’ho trovato un po’ troppo lungo.
Keaton, Norton, la Stone e Galifianakis molto bravi. Forse la Stone è la più brava di tutti, per i miei gusti.

Ottimo il blu ray e bella la featurette backstage che, onestamente, mi ha coinvolto più dello stesso film.

Sono praticamente sulla stessa linea di Giorgio Brass. Il film è tecnicamente eccellente, davvero ben realizzato e dotato dei tempi giusti. Gli attori bravi ed anche molto bravi (Nortorn ed Emma Stone) ma da un regista come Innaritu che ha sempre puntato molto sul lato emotivo c’era da aspettarsi un po’ di più da questo punto di vista e la trama si prestava comunque bene a proposito. Alla fine come è già stato detto risalta troppo l’autocelebrazione del regista messicano.


Bluray italiano eccellente, la traccia DTS inglese è stupefacente.

A me Birdman ha fatto l’effetto di un film non programmatico ma “programmato” a tavolino per essere non predicatorio bensì “provocatorio”, e sensazionalistico (soprattutto per lo sfoggio tecnico). L’impressione che ne ho ricavato è che Inarritu si sia servito dei contenuti (il mezzo) per esaltare la forma (il vero fine del film). I temi “importanti” che affronta (fama, celebrità, social network, conflitto tra realtà e rappresentazione della realtà, fallimento, solitudine) sono trattati in modo orizzontale, quasi banale, mentre c’è molta più foga, cura e attenzione per la regia e per la fotografia. I virtuosismi si sprecano, belli da vedere ma anche autocompiaciuti, geometrie disegnate intorno ai personaggi che paradossalmente, pur standogli sempre addosso, si disinteressano dei protagonisti, usandoli come meri oggetti di scena, quinte e trampolini oltre cui lanciarsi, costantemente alla ricerca dello scorcio di ripresa bizzarro, caratteristico, concettualmente “estremo”.

Mentre i dialoghi - che lì per lì sembrano celare chissà quali significati profondi, sfaccettati, ricchi di sfumature, doppie e triple letture - vivono tutti nell’immediatezza del loro pronunciamento. Per dire, basta lo sfogo della Stone e la corsa in mutande di Keaton per dire che Inarritu abbia veramente trattato il rapporto tra esistenza reale ed esistenza sui social network? La recitazione è ottima, sotto molti punti di vista, tuttavia qualche personaggio è abbandonato a se stesso (la moglie di Riggan Thomson), Norton è molto caricaturale, la Watts non si capisce dove debba andare a parare anche la sua omosessualità è usata più come spezia piccante per insaporire, anziché per dare una reale dimensione e fisionomia al suo personaggio (e infatti nel trailer non può mancare il bacio saffico, lasciando presagire pruderie che poi nel film non ci sono). Il finale poi è veramente paraculo.

Io non sono proprio riuscito ad appassionarmi al film. La prima parte promette anche abbastanza bene, e la critica ai filmacci per dodicenni sui supereroi non potrebbe trovarmi più concorde. Però pian piano il film si affloscia, Norton quasi sparisce dalla scena e si aggiunge qualche banalità di troppo. L’espediente dei lunghissimi piani-sequenza poi è il classico sfoggio di bravura non richiesto. Boh.

Molto bravo Michael Keaton.