Approfittando della maratona Oscar proposta ieri dal Beltrade mi sono fatto una doppietta con questo Spike Lee e La Favorita di cui parlerò in apposito thread.
Tratto da una storia vera, come ben precisato all’inizio del film, narra la vicenda del primo poliziotto nero (John David Washington figlio di Denzel) ad entrare in forze alla polizia di Colorado Springs, che dall’archivio viene fiondato a fare l’agente sotto copertura e lui dove si infila ? Ovviamente nel Ku Klux Klan, ancora bello attivo negli allora anni 70 (non che oggi non lo sia più del resto). Naturalmente si infiltra per interposta persona, nel senso che lui tiene i contatti telefonici con i rappresentanti del Klan e a palesarsi è sarà un suo collega (ebreo).
Devo dire la verità il film mi muove a sentimenti molto misti e contrastanti. Da un punto di vista formale è un fottuto Spike Lee’s Joint, lo sapreste anche se nessuno ve lo dicesse, e quindi con tutti i suoi pro (personalmente molti) e contro. I contro sono una struttura deboluccia come narrazione (e qui fatico un po’ in effetti a spiegarmi l’Oscar alla sceneggiatura seppur non originale), mi pare che la storia sia tirata via in maniera un po’ sbrigativa (nonostante le due ore piene di film), mentre molto più spazio viene concesso alla parte “morale”. Intendiamoci non considero affatto un contro che il film indugi e parecchio sulla condizione del popolo di colore, ma per lo più lo fa a discapito di storia ed azione, e talvolta con mezzucci facili facili comprese le stoccate a Trump di cui il film è pieno. Certo abbondano gli omaggi ai film blaxploitation, di cui viene fatto un piccolo elenco ad un certo punto del film, quando c’è l’azione è sempre coinvolgente (beh Spike sa come girare eh…) e in fin dei conti la sequenza in assoluto più bella, e dico veramente bella, è il montaggio alternato del discorso motivazionale dei due leader (per il leader nero è stato chiamato un bello e bravo Harry Belafonte) nel pre finale, con però inserti dei componenti del Klan che si esaltano guardando Nascita di una Nazione che forse, e dico forse, si potevano evitare, ma forse anche no, ve l’ho detto che ho sentimenti contrastanti…
Ora, con tutti i suoi pregi e difetti, e ripeto per me è un film da 7 senza problemi, è innanzitutto secondo me un film necessario. L’introduzione con il filmato propagandistico segregazionista (Alec Baldwin) e la chiusa con i filmati originali delle recenti manifestazioni dei suprematisti bianchi a Charlottesville e il susseguente attentato con la vettura che si scaglia sui manifestanti anti nazisti, aprono e chiudono un film che purtroppo appare ancora troppo attuale e non solo negli USA. Sarebbe bene che anche da noi ci fosse qualcuno che alzi la testa da questa merda in cui ci stanno affogando, ma forse è sperare troppo dal paese delle vacanze di natale.