Finite le riprese del film tratto dal libro “Un destino ridicolo” (De Andrè-Gennari, Einaudi, 1996). Progetto risalente al 1997.
COSTANTINI: RACCONTO LE CANZONI DI DE ANDRE’
ROMA - “Girare questo film è stata una bellissima esperienza, quando me l’hanno proposto mi ha subito attirato l’idea di poter raccontare sia gli anni ‘60 vissuti da Fabrizio de Andre’ che il mondo evocato dalle sue canzoni”. Così il regista Daniele Costantini parla di Bocca di Rosa, la pellicola di cui lunedì ha terminato le riprese, tratta da Un destino ridicolo, il romanzo scritto a quattro mani nel 1996 da De André con Alessandro Gennari e pubblicato da Einaudi. Prodotto dalla Goodtime srl (che aveva acquisito i diritti del libro nel 1997) con Rai Cinema, il film dovrebbe arrivare in sala, distribuita da Istituto Luce, verso l’inizio del 2008. “A tratti è quasi una favola - aggiunge il cineasta, già autore di pellicole come Fatti della Banda della Magliana - ma é anche una storia molto realistica e dura”. Il racconto mette in scena una vicenda corale ambientata nei vicoli della Genova vecchia (dove si sono svolte, quasi interamente, le riprese) all’inizio degli anni ‘60’’. Qui si incontrano Carlo, un giovane pappone (intepretato da Fausto Paravidino), Bernard (Massimo Popolizio) gangster italiano d’origine francese e Salvatore (Filippo Nigro) un pastore sardo: i tre insieme decidono di realizzare un ‘colpo’, che non andrà, però come sperato…(Ansa) http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_122330316.html
Orca boia, son dieci anni che aspetto di vedere finito sto film…speriamo sia davvero la volta buona…
Qualcuno ha letto il romanzo “Un destino ridicolo”, no perchè lo acquistai diversi anni fa, ma ancora non ho avuto modo di leggerlo e volevo sapere cosa ne pensate…
Uscirà nelle sale il 14 novembre, ma è stato proiettato in anteprima al Festival di Roma nella sezione L’altro cinema il film basato su Un destino ridicolo, romanzo di Fabrizio de André , Amore che vieni, Amore che vai.
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Girato in esterni a Genova, Amore che viene, amore che vai propone accattoni, derelitti e velleitari. Ma quello che funziona sulla pagina non sempre funziona sullo schermo, anche perché, a cominciare da quello di Paravidino, nel film non c’è un personaggio trascinante. La ricostruzione d’ambiente propone vagoni di terza classe, quando essa era stata da tempo abolita, e una «Giulia» Alfa Romeo quando quell’auto era nella mente dei progettisti.