Omicidio a Bolzano: il modus operandi porta a riaprire il caso del Mostro di Bolzano, serial killer mai identificato, le cui vittime erano caratterizzate dal fatto di essere cittadini di lingua tedesca. Il pubblico ministero Eva Kofler chiede aiuto all’ex ispettore Paolo Costa, all’epoca coinvolto nelle indagini, per provare a chiudere finalmente il caso.
Sulla carta non avrei dato due lire a questa serie in co-produzione RAI/Cross Productions, e invece no, devo dire che ho visto con piacere i primi due episodi.
Interpretazioni ottime dei protagonisti principali (a parte stranamente Richard Sammel, non mi ha convinto), sceneggiatura solida che ben presto si sviluppa oltre alla striminzita sinossi di cui sopra, sostenuta da buon ritmo e belle riprese cinematografiche di ampio respiro.
In onda su RaiUno da lunedì scorso, quattro serate, due episodi a sera.
Dato che al termine del secondo episodio hanno praticamente svelato l’identità del Mostro, e di episodi ce ne sono altri sei, mi aspetto sugosi sviluppi nel seguito.
Io la seguirò con cadenza settimanale, ma per chi se la vuole sparare tutta dovrebbe essere già disponibile su RaiPlay.
Anche io ho guardato i primi due episodi e confermo la qualità della fiction: rispetto al piattume delle altre proposte Rai (Don Babbeo, Imma Tata-qualcosa, Lolita Lobosco ecc.), finalmente Brennero rimette in auge la figura del killer seriale in un connubio ben amalgamato di giallo, poliziesco e thriller. Il giusto ritmo, una fotografia dal taglio cinematografico, attori calati nella parte (il carismatico Matteo Martari) e una trama avvincente niente affatto scontata sono tutti meriti da attribuire ad un prodotto che va oltre il “gialletto per famiglie in prima serata” e torna a rispolverare atmosfere di sana tensione.
Per ora dunque ampiamente promosso e mi auguro di poter mantenere il medesimo giudizio anche a fine serie.
Ho inziato a vederla anch’io grazie alla vostra segnalazione. E devo dire che, almeno per i primi due espisodi, mi sta piacendo. Speriamo continui così fino alla fine.
Finita ieri sera.
Di solito nei gialli e thriller, quelli scritti bene, in conclusione si tirano le fila di quanto seminato durante il film o la serie in questo caso, anche per provocare nello spettatore quel riemergere dei vari particolari visti, ma a cui magari non si era dato peso per ipotizzare una probabile risoluzione.
Qui invece fino all’ultima puntata hanno introdotto sottotrame nuove, nonchè inutili al corso principale della serie, tanto che mi chiedevo come diavolo avessero intenzione di gestire il tutto a meno di un’ora dalla fine.
Beh molto semplice: con gli ultimi venti minuti di redde rationem improbabile e mega spiegone finale, in gran parte avulso dalle basi poste fino a quel momento.
Peccato…però nonostante tutto, prodotto promosso, soprattutto rapportato alla qualità media delle serie TV nostrane.
Poi pare abbia tenuto testa al Grande Fratello a livello di share, ben venga anche questo.