Brightburn - L'angelo del male (David Yarovesky, 2019)

La storia è praticamente quella di Clark Kent: una coppia trova un neonato di origine forse aliena e lo adotta; il bambino a 12 anni si accorge di avere dei superpoteri, ma sviluppa anche una personalità psicotica che probabilmente lo porterà a intraprendere un percorso diverso da quello del supereroe proveniente da Krypton.

Il mito di Superman ha subìto diverse rivisitazioni negli ultimi anni – qualunque appassionato di fumetti potrebbe spiegarlo meglio di me; la sua onnipotenza ben si presta a trasformare il personaggio in una minaccia imbattibile e perciò terrificante.
In fondo è un übermensch e quindi teoricamente al di là del bene e del male – qualunque insegnante di filosofia potrebbe spiegarlo meglio di me.

Però qui le implicazioni semidivine e amorali del protagonista – oltre a risvolti ambigui e curiosi come una strana forma di pornografia che sembra interessargli – lasciano presto spazio a uno sviluppo della trama in direzione praticamente horror/slasher.
Non che ciò sia necessariamente un male – in questo senso il film funziona e funziona lo splatter - ma personalmente ero più interessato agli aspetti psicologici.
Resta comunque un prodotto godibile e divertente.

Ho apprezzato molto il post-finale, che suggerisce un sequel che avrei visto volentieri.

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Una sorta di Superman su disco al contrario… visto. Interessante per quanto riguarda la parte “divisoria”, dal momento che il ragazzo superdotato in campo di poteri dice più volte che vorrebbe fare del bene ma… appare la natura maligna più che quella benigna.

Per quanto riguarda l’ambito “hero-slasher” nulla di nuovo sotto il sole. Solite situazioni a metà tra Michael Myers vestito come un cencioso Leatherface, ma il sotto testo non è malaccio dal momento che si dispiega in due strade.
La prima è il “core de mamma” che non può e non vuole credere che il figlio è un folle super performante essere.
La seconda è il campo della diversità che crea sofferenza, rabbia ribollente e quindi vendetta…
Forse un sequel (dettato dai titoli di coda) sarebbe interessante e si potrebbe dispiegare in più strade e varianti.

Finale con le note di Bad Guy di Billie Eilish che crea agrodolce.

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