Guarda, quando io lavoravo in fabbrica, a stampare il giornale, lo stipendio era ottimo: veramente in 4 mesi d’estate guadagnavo quanto 1 anno di lavoro da qualsiasi altra parte. E chi lavorava li fisso da anni, portava a casa non meno di 3000-3500 euro al mese. Che son tanti soldi. Eppure arrivavano a fine mese sempre col conto bancario in rosso.
E dicevano sempre una cosa: “più soldi hai, più ne vorresti avere”.
E quella frase, semplice ma chiarissima, è sempre rimasta in mente. Più hai e più vuoi. Magari cercando di fare meno fatica possibile
Poi, c’era un intervento del direttore della Domenica Sportiva (mi pare) la settimana scorsa che diceva che “dalla Serie C in giù tutto il sistema si basa sul calcio scommesse”. E anche la Serie B ogni tre per due si vede squadre penalizzate, decurtate di punti o con campionati che iniziano zoppi.
Quindi, difficilmente giustifico i giocatori e - men che mai - li considero vittime di una malattia per cui farli passare più da vittime che da colpevoli. Vittime si, ma di incoscienza e stupidità, non certo vittime della ludopatia. Che esiste, sicuramente come malattia ma che non penso sia il vero flagello che affligge il mondo dello sport. Il vero flagello è l’avidità, la ricerca del guadagno facile, per godersi una vita di agi, glorie, jet set, per permettersi tutto.
Quando c’era un famoso giocatore del Bologna che è finito in Nazionale (posso dirlo il nome? speriamo che non mi facciano il culo) e al quale gli si spacciava cocaina, pasticche, di tutto al circolo qui a Narnali di Prato, era un cliente abituale, gli si chiedeva sempre: “ma non hai paura che ti becchino?”. E, bene o male ci rispondeva: “noi siamo calciatori famosi, la gente ci dovrebbe leccare il culo a tutti quanti”
Ecco… forse è più la sensazione di invincibilità e intoccabilità che molti di loro, privilegiati, pensano di avere rispetto a noi poveri mortali che gli fa compiere queste azioni. Che poi magari le ripagano perchè a 20-22 anni puoi essere ricco, furbo, consigliato e coperto come vuoi ma basta una minima cazzata che ti beccano. Per fortuna loro, più sei famoso e meno ti affibbiano. C’era l’altro giorno l’intervista all ex portiere della Cremonese, autodefinitosi ludopatico (un altro…) radiato (!) nel 2011 e riabilitato solo nel 2019, cioè 8 anni dopo. E ha fatto intendere che se fosse stato un nome più di prestigio ed in una squadra più di prestigio, forse se la sarebbe cavata con qualche mese e una massa di giornalisti a dargli di “poverino, aiutiamolo” piuttosto che dargli un calcio in culo e dimenticarlo come un lebbroso. D’altra parte, con soli 200.000 euro l’anno di stipendio (come da sua ammissione) posso capire che è difficile andare avanti
E la società, buonista, cerca sempre etichette patologiche per giustificare tutto e tutti, mettendo nel calderone i veri ammalati e i falsi bisognosi. Come del resto ha fatto l’INPS per 70 anni, tra veri invalidi e falsi invalidi, ma qui si va in un altro campo di polemica.