Titolo: Buona Giornata
Regia: Carlo Vanzina
Anno 2012
Nazione: Italia
Genere: Commedia
Cast: Diego Abatantuono, Lino Banfi, Teressa Mannino, Christian De Sica, Maurizio Mattioli, Vincenzo Salemme, Paolo Conticini, Chiara Francini, Tosca D’Aquino, Gabriele Cirilli
Produzione: Medusa
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Film carino, che appartiene al filone commedia “elegante” a episodi dei Vanzinas, e che sostanzialmente presenta i soliti pregi e i soliti difetti dei film della ditta: tanta carne al fuoco, troppa, che inevitabilmente è ben curata qui e un po’ svaccata là, trivialità che all’inizio fa ridere e poi stroppia, battute eleganti sorprendentemente affiancate da gran pecorecciate, troppa attenzione al fenomenino comico televisivo del momento, finale tirato via. Per i puristi del “buon gusto”, deposito agli atti che non si registrano facili ricorsi a balconate siliconiche e scosciate in guepierre.
Si imbastisce un grande helzapoppin di storie, molto adagiato su dialetti ed “etnie regionali”, che mai si intrecciano fra loro ma che scorrono parallele, per cui è un continuo prendere e lasciare. Ad alcuni episodi i Vanzina hanno voluto più bene, si vede, c’è più cura, più mano, più attenzione, altri sono abbandonati a loro stessi e procedono per inerzia, affidati al guizzo (se e quando c’è) dell’attore di turno.
Dove Buona Giornata fa ridere, fa effettivamente ridere. Non male gli episodi di De Sica (ok, gigioneggia vistosamente, però lo sa fare come pochi), di Salemme (nonostante la per me insopportabile Tosca D’Aquino) e del mitico Benfi, sempre in palla. Assolutamente insulso quello della coppia toscana, quello con Abatantuono pare promettere parecchio ma poi si sgonfia, mentre Mattioli va di pilota automatico, e regge solo per la consumata presenza scenica dell’attore.
Ciò che lascia più delusi è che ad un certo punto pare che ai Vanzina sia finita la pellicola, perché è tutta una corsa a chiudere le storie (alcune non vengono proprio chiuse ma praticamente interrotte). Ok, l’idea era solo narrare una loro giornata dall’alba all’alba del mattino dopo, tuttavia la sensazione di trama interruptas rimane, si chiude l’arco temporale della narrazione, ma non c’è compiutezza del racconto. Tirato via insomma, peccato perché per una buona metà le idee ci sono.