Category III: The Untold Story of Hong Kong Exploitation Cinema (Calum Waddell, 2018)

Mi ha lasciato con molto amaro in bocca, la visione di questo documentario, non tanto per la qualità del lavoro in se: certo l’opera è un po’ poverella e si vede, rispetto alla sterminata quantità di persone da intervistare si limita a qualche critico (tra i quali lo stesso regista), alcuni attori: (comprendenti Anthony Wong) e un paio di registi.

Ma, come dicevo, non è questo che mi ha amareggiato; anzi rivedere comunque spezzoni di quei film che tanto amo (e che ho visto quasi tutti! :slightly_smiling_face:) mi ha, al contrario, rallegrato.

Sono le considerazioni sullo stato di salute del cinema hongkonghese che traspaiono dagli addetti ai lavori ad intristirmi: Godfrey Ho, per esempio, sottolinea come il numero di film sia ridotto, rispetto agli anni d’oro, di un fattore 10 e che, adesso (intorno al 2018, quando il film è stato pubblicato) si conta una produzione di 40 film l’anno.

Ma sono ancora più avvilenti le considerazioni sul fatto che, i grandi autori, si siano trasferiti tutti nella Cina continentale per lavorare, giacché il mercato li è enormemente più grande. E fin qui nulla da eccepire se non per il fatto che, contestualmente, la produzione e gli autori hanno dovuto sottostare alla censura del governo cinese, ammazzando la folle libertà (e creatività, conseguentemente) che caratterizzava le pellicole della ex colonia.

Menzione speciale per Anthony Wong che racconta di come non gli piacesse girare “Untold Story”; film che poi lo ha, invece, lanciato verso la fama. Non mi sorprende che sia stato un tale successo: anche solo guardare quei pochi spezzoni, mi lascia stupefatto per come quelle immagini mi si siano conficcate nella mente; tanto che poche diapositive mi suscitano ancora le emozioni che provai durante la mia prima visione della pellicola.

Ciao!
C.

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