La lista, così com’è, è una bugia spacciata per verità. A parte il titolo, non viene detto assolutamente nulla, nè del tipo di copia (Negativi originali? Interpositivi? Internegativi? Copie da proiezione?), nè dello stato di conservazione del titolo stesso.
Considerando, oltretutto, che il deposito accoglieva anche film di terzi (quindi possibili materiali originali di case cinematografiche) può essere benissimo che ci siano film e documentari che siano stati definitivamente perduti.
La mancanza di dettagli, pur non dicendo in sè nulla, rende quantomeno sospettosi, anche visto l’ordine di “acqua in bocca” diffuso immediatamente. Considerata l’eco sulla vicenda, sarebbe stato sensato precipitarsi a dire che tutto è comunque in sicurezza. Invece nulla.
Tra il ministro della cultura Sangiuliano (l’uomo delle mille gaffes, l’ingenuo caduto nella trappola della mantide-spia) e l’improbabile Castellitto (il peggior presidente del Csc dai tempi del bieco democristiano Michele Lacalamita negli anni '50) siamo messi proprio bene. Povera Italia… Ma davvero, che vergogna…
Sangiuliano, una barzelletta ambulante. Castellitto, inqualificabile. Ce n’è più che abbastanza per consultare la “Guida galattica per autostoppisti”. E infatti decenni fa uno già cantava “Extraterrestre, portami via…”. Il resto, si sa, è silenzio…
Non dispiace allo scrivente che sia bruciato Camicia nera di Forzano, di cui purtroppo però ci sono altri master in circolazione (passò addirittura in tv).
Altra roba invece mi chiedo se fosse in copia unica, ci sono ad esempio alcuni documentari che non avevo mai sentito nominare e che magari non sentiremo nominare mai più…
Castellitto mi viene proprio da pensare che sia stato messo lì con funzioni di rappresentanza ma non credo che sia lui l’eminenza grigia che davvero prende le decisioni che contano, immagino che ci siano altri membri interni al CSC che abbiano maggiori competenze e voce in capitolo in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico custodito nei loro archivi (ad esempio Steve Della Casa).
Sapevo che avrei suscitato questa reazione ma è da una settimana che mi tenevo questa affermazione la tenevo e continuava a voler scappare fuori…
Chiaro che non si discute il valore storico di una pellicola piuttosto che di un’altra, anzi questa sicuramente ne ha più di molte altre. Non resistevo a sottolineare che è l’unico valore che le riconosco, ovviamente (non parlo solo del piano ideologico, visto che anche a livello di meriti artistici si vola basso).
Sì, posso anche essere d’accordo (in parte). Ma non essere dispiaciuti che un libro o un film (qualunque libro, qualunque film) venga bruciato non si può accettarlo. Sono i regimi totalitari (vedi Fahrenheit 451) a bruciare i libri (e i film). Allora che facciamo, bruciamo le opere (quelle sì di alto valore artistico) di Leni Riefenstahl perché era una stretta collaboratrice di Hitler? Ricordiamoci che furono dei militari anti-nazisti (così almeno si racconta) a salvare dalla distruzione una copia - forse l’unica sopravvissuta per un certo periodo, oggi il film si trova dappertutto - dell’ignobile e rivoltante Suss l’ebreo.
Ma è una questione vecchia come il cucco: l’espressione artistica trascende sempre il contesto sociale e politico che l’ha espressa? O invece, se espressa a sostegno di ideologie che oggi rifiutiamo, va condannata e magari proibita?
Per me, appunto, certi film vanno tenuti e conservati a prescindere dal contenuto ideologico. Anzi, nel caso specifico della Riefenstahl (che personalmente considero la più grande regista della storia, e mi riferisco alla sua abilità tecnica e al senso estetico, non certo per aver rappresentato Hitler come fosse una divinità…), forse proprio PER il loro contenuto ideologico. Testimonianze storiche, inestimabili. Affinché certe cose non si ripetano. Che poi, basta guardarsi attorno, e si ripetono eccome. Purtroppo. Non aggiungo altro…
P.S. Ecco, un “Suss l’ebreo” lo metterei in commercio, edizione restaurata, formato br. Però rischierebbe seriamente di essere usato ancora oggi, come strumento di propaganda antisemita (o antisionista, è la stessa cosa). Quindi forse il vero problema non è un film in sé, e il “messaggio” che ha, ma coloro che ne “usufruiscono”, e il successivo uso che fanno dell’opera.
Ma non penso proprio, ci stanno pure i bluray.
Se anche fosse bruciato l’unico negativo esistente (e non credo sia così) il film è cmq preservato in una qualità degna.