C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974)

http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/ceravamo-tanto-amati/14051/

Regìa di Ettore Scola, 1974
Con Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores, Aldo Fabrizi, Giovanna Ralli, Marcella Michelangeli, Isa Barzizza

Altro titolone classico italiano che non avevo visto ed ho recuperato. Commedia agrodolce (più agra, direi) strutturata in modo anticonvenzionale ma con sviluppi sempre prevedibili. Qualche momento secondo me è virato troppo sul grottesco (vedi la parlata eccessivamente ignorante di Fabrizi e della Ralli), ma il film resta godibile. Satta Flores e la Ralli straordinari, ma pure Manfredi qui rende il suo personaggio in modo eccellente.

Battuta cult alla fine del dibattito seguito alla proiezione di Ladri di biciclette: “Non abbiamo parlato dello specifico filmico!” :smiley:

Comunque anche qui, per me, siamo ben lontani dal capolavoro.

Io invece lo trovo straordinario, tre amici volevano cambiare il mondo ma il mondo ha cambiato loro. La sequenza di Manfredi che ritrova dopo tanti anni Gassman ormai ridotto in disgrazia, quando lavora ai parcheggi mi commuove sempre. Davvero bello, insieme a Una giornata particolare i punti più alti di Scola.

In realtà però Gassman non era affatto finito in miseria… è Manfredi che equivoca e lo scambia per un parcheggiatore: lui in realtà era lì col suo Jaguar

Hai ragione, non ricordavo la presenza del Jaguar. Però la scena è veramente struggente comunque, loro due sono immensi, come sempre.

Oddio… più che struggente io trovo quella scena di una ferocia tremenda!

Riguardo invece il commento di Renato circa la sopravvalutazione del film… stavolta concordo: per me, rispetto ad altri film di Scola, alla fine questa pellicola viene sempre un po’ troppo sopravvalutata… infatti ho sempre trovato che il difetto maggiore, oltre alla lunghezza, consista in una certa sciatteria realizzativa… insomma… girato da uno Scola già da tempo grandissimo sceneggiatore ma - ovviamente imho - non ancora “grandissimissimo” regista… in questo senso ritengo un film come il troppe volte sottovalutato “La Terrazza” molto più “compiuto” e capolavoro di questo…

l’ho rivisto anch’io poco tempo fa (il 18 dicembre per l’esattezza, visto che aggiorno le mie re-visioni) e mi è piaciuto molto
certo non un capolavoro, ma grande film di attori piacevolissimo e scorrevole
Satta Flores davvero un grande, anche a rischiatutto :smiley:

Esatto Robby, rappresenta in modo perfetto il classico notabile meridionale vecchio-stile, incline a straparlare usando paroloni desueti… ci siamo capiti, via :gelato:

Non concordo sulla sciatteria realizzativa, piuttosto direi che è un film con “troppa carne al fuoco”, troppi temi in due ore di film…
che poi, di fatto, sono i temi cari da sempre a Scola, mescolati con la consueta dose di cinismo e pessimismo.

No, non trovo. Certo, parla con latinismi forbiti ecc., ma rappresenta piuttosto la figura dell’intellettuale, idealista, fallito (basti vedere la fine che fa).
Da manuale la scena del cineforum, dove il compianto Satta Flores (morto troppo giovane) difende a spada tratta Ladri di biciclette da-questi si-professori meridionali vecchio stile, che citano e fanno proprie, poi, le posizioni di condanna del Neorealismo che furono di Andreotti (“i panni sporchi si lavano in casa”, dicendo che il neorealismo metteva in piazza, al mondo intero, le miserie dell’Italia, gli stracci e i cessi…).

Qualcuno sa spiegarmi la scena che si ripete tre volte all’inizio?

Francamente non l’ho capita molto neppure io…:confused:

Ohibo’, io invece non mai avuto esitazioni nel definirlo “capolavoro”, lo trovo davvero un film completo, che unisce parti divertenti ad altre amarissime con un giusto equilibrio e che emoziona, diverte, commuove e fa riflettere a piu’ riprese.
“Una giornata particolare” e’ sicuramente splendido ma molto piu’ serioso, senza quella componente umoristica che secondo me aiuta molto ad “aprire l’animo” ed a far meglio recepire allo spettatore le diverse denunce e critiche sociali di film come questi.
Parere personale, ovviamente.

In questo film c’e’ una battuta della Ralli che ora non ricordo di preciso ma mi fece spanciare dal ridere, con uno scambio fra “carboidrati” ed “idrocarburi”! :smiley:

Del resto il film è dedicato a Vittorio De Sica, la citazione di Ladri di biciclette è quasi doverosa.

Il titolo riprende i versi di una canzone di Armando Gill

Mediante le vicende personali dei protagosti si rivivono oltre 30 anni di storia italiana, ed è piuttosto facile stilare dei bilanci (e i relativi risultati:Saranno i Gianni Perego a cambiare questa società afferma uno speranzoso Manredi). Un po’ schematico ma di sicuro valore complessivo, graffiante nel tratteggiare la figura dell’intellettuale
La canzoncina ‘partigiana’, "Ed io ero Sandokan, è stata scritta da Scola (con musica di Trovajoli)

Si, infatti Gianni Perego, giovane avvocato dalle belle speranze, ottavo assistente del primo avvocato, finirà a fare il parcheggiatore…:slight_smile:

Bellissima!

Premetto da subito che neppure io lo reputo un capolavoro ed intervengo solo per dire che avendolo rivisto ultimamente , la volta precedente era circa tre anni fa qui a Genova durante una rassegna in onore di Gassman , l’ho trovato però sempre molto piacevole…sia per i dialoghi , che per molte scene…per cui , sicuramente ora passerà un altro bel po di tempo ( non tre anni !!! ) ma , lo rivedrò sempre volentieri ! :-p

Grandissimo film. Non so come si possa definire un film “perfetto”, visto che non penso ci siano film senza nessuna pecca neanche in una parola di una frase.

Al contrario di chi lo trova sopravvalutato, penso che sia sottovalutato. Insomma, una riunione di tantissimi attori straordinari in un solo film… sono stati fatti pochi accenni in questi anni, se non ad un paio di scene.
In realtà il film è indimenticabile e, almeno per me, sprizza poesia e ferocia da tutte le scene.

Vittorio Gassman straordinario come sempre, interpreta il personaggio più feroce di tutti, senza scrupoli, ma con un’anima interiore che fa apprezzare le sue gesta; Stefania Sandrelli sempre bravissima e bellissima, un piacere vederla dividere le scena con dei “Mostri” di recitazione; Nino Manfredi magnifico, un ritratto perfetto del proletario popolare, un portantino che rappresenta in pieno l’aspetto popolare dell’epoca; Stefano Satta Flores geniale e stupendo, incarna un personaggio sofferto, ma che non perde mai i suoi ideali, una figura istruita, ma allo stesso tempo candida e poetica, proprio grazie allo spirito recitativo puro del Grande Stefano Satta Flores, a fonti certe, una persona generosissima, ma soprattutto, è importante dirlo, un grandissimo attore; Aldo Fabrizi meraviglioso in un personaggio non facile ed interpretato alla grande, nonché struggente e molto poetico (memorabile la scena in villa con Vittorio Gassman mentre sono rimasti da soli).
Giovanna Ralli splendida, che duetta a meraviglia con Vittorio Gassman. Tanti volti molto noti, come la mitica Sora Lella Fabrizi, e tanti nel ruolo di se stessi: Mike Bongiorno, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Ugo Gregoretti, Vittorio De Sica… è proprio a lui che questo film fu dedicato. E’ commuovente vederlo ancora una volta nel film, sotto gli occhi del sofferto e impresso Stefano Satta Flores. Pare che Vittorio De Sica vide il film in anteprima e ci lasciò poco tempo dopo.

Tantissime le scene memorabili, le citazioni (“La Corazzata Potemkin”, “La Dolce Vita”, “Ladri di Biciclette”)… alcune sequenze vengono affrontate con un amaro di fondo molto notevole.

Forse pochi capiranno il vero significato, ma “C’eravamo tanto amati” descrive un momento inossidabile tra la verità della storia inventata e ciò che accadde dal punto di vista culturale. E’ quasi un canto di gloria ad un periodo d’oro del cinema italiano che si stava allontanando (poco dopo fu la volta di “Amici Miei”, “Fantozzi” e, dopo qualche anno, si cambiò registro). La vena feroce graffia al contempo della figura di Vittorio De Sica, simbolo di un’epoca che non torna più.

Diretto da Ettore Scola ispiratissimo e assolutamente straordinario, il film resta un pilastro del nostro cinema!

Quoto senz’altro.

Ben pochi capiranno

Secondo me è l’aspetto più interessante dell’insieme.

Non so cosa cercate in un film per definirlo capolavoro.
Interpretazioni magistrali, dialoghi perfetti, ben girato.
Una storia che metto insieme a La meglio gioventù come ricostruzione dell’evoluzione e delle vicende della società italiana.

Anche per me capolavoro assoluto. Davvero una generazione di giganti. Mille battute memorabili. Film che passa in un secondo, e il passaggio al colore mi commuove sempre un po’.

Ho una curiosita’ in merito al dvd, che sbandiera un “restauro” che mi pare inesistente. La prima scena viene ripetuta piu’ volte: e’ cosi’ anche nel fim originale?

Edit: Ops! Mi e’ sfuggito che era gia’ stato chiesto!! Sorry!

Rivisto in occasione del trapasso del Maestro, per me uno di quei film italiani che sta là nell’Olimpo Cinematografico, dove colloco anche Una Vita Difficile, Il Sorpasso…

Gran film, gran cast, splendida storia (forse classica per il nostro paese), onestamente faccio fatica a trovargli pecche. Master restaurato, anche se vorrei sapere in che condizioni fosse il negativo, visto che a mio avviso non è un granché. Zero extra nel dvd in mio possesso, quello allegato al Messaggero.

La parte iniziale viene ripetuta tre volte, ma in tre modi lievemente diversi, per indicare appunto come LA STORIA non sia mai univoca, ma vista in tre maniere diverse da tre persone diverse. Una bella analisi:

http://www.napolitan.it/2015/01/13/9867/arte-cultura/ritorno-al-cinema-ceravamo-tanto-amati/

Una domanda, ma perché in “Tutto il resto”? Io lo metterei tra le commedie, tipo il Sorpasso.