Grandissimo film. Non so come si possa definire un film “perfetto”, visto che non penso ci siano film senza nessuna pecca neanche in una parola di una frase.
Al contrario di chi lo trova sopravvalutato, penso che sia sottovalutato. Insomma, una riunione di tantissimi attori straordinari in un solo film… sono stati fatti pochi accenni in questi anni, se non ad un paio di scene.
In realtà il film è indimenticabile e, almeno per me, sprizza poesia e ferocia da tutte le scene.
Vittorio Gassman straordinario come sempre, interpreta il personaggio più feroce di tutti, senza scrupoli, ma con un’anima interiore che fa apprezzare le sue gesta; Stefania Sandrelli sempre bravissima e bellissima, un piacere vederla dividere le scena con dei “Mostri” di recitazione; Nino Manfredi magnifico, un ritratto perfetto del proletario popolare, un portantino che rappresenta in pieno l’aspetto popolare dell’epoca; Stefano Satta Flores geniale e stupendo, incarna un personaggio sofferto, ma che non perde mai i suoi ideali, una figura istruita, ma allo stesso tempo candida e poetica, proprio grazie allo spirito recitativo puro del Grande Stefano Satta Flores, a fonti certe, una persona generosissima, ma soprattutto, è importante dirlo, un grandissimo attore; Aldo Fabrizi meraviglioso in un personaggio non facile ed interpretato alla grande, nonché struggente e molto poetico (memorabile la scena in villa con Vittorio Gassman mentre sono rimasti da soli).
Giovanna Ralli splendida, che duetta a meraviglia con Vittorio Gassman. Tanti volti molto noti, come la mitica Sora Lella Fabrizi, e tanti nel ruolo di se stessi: Mike Bongiorno, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Ugo Gregoretti, Vittorio De Sica… è proprio a lui che questo film fu dedicato. E’ commuovente vederlo ancora una volta nel film, sotto gli occhi del sofferto e impresso Stefano Satta Flores. Pare che Vittorio De Sica vide il film in anteprima e ci lasciò poco tempo dopo.
Tantissime le scene memorabili, le citazioni (“La Corazzata Potemkin”, “La Dolce Vita”, “Ladri di Biciclette”)… alcune sequenze vengono affrontate con un amaro di fondo molto notevole.
Forse pochi capiranno il vero significato, ma “C’eravamo tanto amati” descrive un momento inossidabile tra la verità della storia inventata e ciò che accadde dal punto di vista culturale. E’ quasi un canto di gloria ad un periodo d’oro del cinema italiano che si stava allontanando (poco dopo fu la volta di “Amici Miei”, “Fantozzi” e, dopo qualche anno, si cambiò registro). La vena feroce graffia al contempo della figura di Vittorio De Sica, simbolo di un’epoca che non torna più.
Diretto da Ettore Scola ispiratissimo e assolutamente straordinario, il film resta un pilastro del nostro cinema!