Christian (2022 - )

Christian è un piccolo malavitoso agli ordini del boss di Città-Palazzo, alveare di cemento armato nella periferia romana. Come picchiatore è incaricato di recuperare crediti concessi a strozzo o di far sloggiare inquilini regolarmente assegnatari dagli alloggi popolari che il suo capo distribuisce agli abitanti del complesso come meglio ritiene. Durante una delle sue azioni però gli iniziano a far male ed a sanguinare le mani. E’ la comparsa di stimmate che da quel momento in poi cambiano drasticamente il suo destino e quello di Città- Palazzo.

Edoardo Pesce continua stupirmi nonostante in quello che ho visto finora non si sia mai discostato dal personaggio corpulento e violento. Regge i sei episodi di questa serie “soprannaturale” con un’intensità che buca lo schermo. E’ anche vero che è aiutato da uno dei cast più azzeccati ed eterogenei che abbia visto recentemente. Strano a dirsi ma il pur bravo Claudio Santamaria, qui nei panni di un postulatore del Vaticano molto tormentato, non spicca sugli altri, anzi. Ho adorato la tossica Rachele di Silvia d’Amico e lo spregevole boss Lino interpretato da un grande Giordano De Plano ma anche tutti gli altri sono bravissimi (occhio al cinico veterinario).
Grande merito anche del soggetto che scava nel profondo di ognuno dei protagonisti e li caratterizza compiutamente permettendo quindi all’attore di dare il meglio in termini di recitazione. Il montaggio riesce poi a dare la giusta collocazione a tutte queste storie individuali, fili preziosi dell’ordito generale.
E’ una serie cupa, in alcuni casi claustrofobica ma che tiene sempre alta l’attenzione per le brillanti invenzioni di sceneggiatura (definirli twist non è azzeccato). Il filo conduttore è l’ambiguità e l’indeterminatezza. Nulla è bianco o nero, è tutto molto più complesso e più fluido come viene esposto in una scena iconica dell’ultima puntata.
Qualcuno ha accostato questa serie a Gomorra. Sarà per l’ambientazione (lì Le Vele di Scampia, qui il Serpentone di Corviale) ma secondo me è più vicina al Jeeg Robot di Mainetti.
Immancabili i semi gettati nell’ultima puntata per far germogliare un’eventuale seconda stagione che, stando al successo di pubblico e di critica, non dovrebbe mancare. Io l’aspetto con ansia.

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Murales in Via dei Pettinari a Roma (artista: TVboy)

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troppo bella veramente un mood nuovo che devo dire funziona benissimo attori top

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Vista la prima puntata della seconda serie bellissima tra trovate onirico baracconiane di periferia li adoro bellissima Silvia D’amico ed Edoardo Pesce fantastici veramente una rivelazione…

Ieri sera ho finito la seconda stagione ed il fatto che ci abbia messo quasi cinque mesi per vederla già è indicativo di come l’abbia trovata.
L’entusiasmo della prima si è presto smorzato e non saprei individuarne con esattezza il motivo. Appare la seconda presenza ultraterrena rappresentata dalla Morante ad incasinare ancora di più la ricerca della distinzione fra il bene ed il male. Un fil rouge alla Seven alla fine sembra essere un banale espediente narrativo più che un pilastro della vicenda ed è abbastanza ridicolo il metodo di “attivazione” (le partite a tressette!). Se avessi visto il riassunto delle prime cinque puntate e l’intera puntata finale probabilmente sarei rimasto soddisfatto come se avessi letto un fumetto one-shot.
La prestazione degli attori è sempre molto valida anche se la sceneggiatura li penalizza visto che i personaggi restano in questa tornata tratteggiati superficialmente. Lo stesso veterinario, vera star occulta della prima stagione, non brilla più.
Anche questa finale lancia enormi cliffhanger ma personalmente mi hanno lasciato piuttosto indifferente. Se uscisse la terza stagione potrei anche vederla ma molto rilassatamente, mettendoci magari il doppio del tempo rispetto a questa seconda.

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