Class Enemy [Rok Bicek, 2013]

Anche se l’IMDB visualizza un “Nemico di Classe” come titolo uso quello internazionale per identificarlo, d’altronde è con “Class Enemy” che è stato brevemente distribuito al cinema ed è attualmente disponibile nel DVD italiano.

Questa interessante pellicola di debutto dello sloveno Bicek è interamente ambientata tra le mura di una scuola superiore. Le vicende si susseguono per la maggior parte in un’aula di una classe di quinta che viene stravolta dall’arrivo del professor Zupan che sostituisce la partoriente professoressa di tedesco. Zupan è un docente nettamente più severo e rigoroso, di carattere freddo e più emotivamente distaccato. Il suicidio di una di loro (apparentemente senza motivo) ed un radicale cambiamento del clima scolastico porteranno a vari stati di ribellione dei ragazzi ma piano piano saltano fuori tutte le ipocrisie e la superficialità che il sistema scolastico ha creato su più livelli.
Bicek non ha nemmeno 30 anni che sforna una pellicola non esente da difetti (ci sono un paio di personaggi non molto riusciti come la professoressa di educazione fisica e la ragazza skinhead di destra) ma mostra un soggetto decisamente interessante che si snoda attraverso una regia fredda quasi hanekiana, girato spesso a mano libera per addentrarsi meglio nell’azione e rendere partecipe lo spettatore. Dissemina qua e la dei piccoli ma molto funzionali elementi per mostrare al meglio le ipocrisie di certi personaggi, per esempio la ragazza che si definisce migliore amica della suicida ma che non è mai stata a casa sua, i compagni di classe che in un mare di falsa pietà notano la bellezza della ragazza solo quando è dentro la bara, l’insegnante che torna dopo il parto assolutamente incapace di fronteggiare l’improvvisa durezza dei ragazzi.

Dialoghi molto interessanti e mai banali, un ottimo Igor Samobor nei panni del professor Zupan, un’atmosfera glaciale e metallica.

L’ho visto nel doppiaggio originale (sloveno e tedesco) ma il DVD ha il nostro idioma. Tra gli extra anche due corti che valgono la visione.

A me ha lasciato freddo, ma sono uno dei pochi in mezzo a cori di elogi.

L’approccio non didascalico a temi complessi sta diventando la nuova maniera di certo cinema europeo, moderatamente osannato nei festival, elogiato dai critici e distribuito con discreto riscontro presso un pubblico blobboso e indefinito di cinefili(?).
“Class Enemy” è un film perfetto, ben interpretato e ben diretto, senza sensazionalismi facili, ma incredibilmente privo di sorprese.
E’ un cinema che chiama gli applausi, invece di farli nascere spontaneamente.
E’ cinema che non osa, che fugge il concetto ridondante hollywoodiano del racconto di formazione, ma che si intrappola in una narrazione a sottrazione, apparentemente non a tesi, ma che in realtà vuole fin da subito affermare un concetto, seppur meno scontato di quello di altri film (non c’è un sistema cattivo e sbagliato, ma solo un modo inerte, egoistico, infantile e inconcludente di raffrontarsi ad esso).
E’ un film che non vuole inscenare stereotipi, ma che alla fine ti scodella i soliti tipi scolastici (il secchione disprezzato dai compagni, il destrorso figlio di papà, il geek strafottente con le cuffie sempre in testa e via dicendo).
“Class Enemy” mi ricorda tanti altri film europei recenti, ma non mi viene in mente nemmeno un titolo. Probabilmente perché li ho dimenticati con la stessa rapidità con la quale scorderò questo.