Clamoroso per me questo tuo parere così negativo, ma davvero non riesco minimamente a immaginare che impressione dia questo film visto oggi per la prima volta.
Per dire, quando rividi in televisione E.T., che al cinema mi era piaciuto alla follia, lo trovai smielato e deludente. Questo no però, per me Incontri Ravvicinati era e rimane il “2001” di Mr. Spielberg.
Io lo vidi da ragazzino, in sala, poco dopo Guerre Stellari, ed entrambi i film mi cambiarono per sempre, finendo di plasmare il mio senso del meraviglioso (Ray Harryhausen ci aveva già messo del suo). All’epoca non c’era nulla che si avvicinasse a uno spettacolo simile e io ero arrivato in sala senza aver visto neanche un fotogramma, quindi lo shock fu totale.
La due trame parallele con Dreyfuss da una parte e i ricercatori (più i primi Men in Black) dall’altra, la figura di Truffaut, le visioni indotte dagli alieni, le cinque note, il linguaggio gestuale di Zoltan Kodaly, trovo ancora tutto bellissimo. C’è un’atmosfera mistico/messianica che atraversa tutto il film che mi pare unica.
Certo il ritmo è blandino visto oggi, questo lo riconosco, e non aiutano i pastrocchi combinati in sala montaggio da Spielberg durante gli anni, prima con l’Edizione Speciale e la scena (bruttissima) all’interno dell’astronave madre, le parti soppresse e poi reintegrate, quelle aggiunte e poi cancellate. Nell’attuale versione ufficiale ci sono un paio di scene in più - la doccia notturna di Dreyfuss e il ritrovamento del Cotopaxi nel deserto di Gobi, comunque molto suggestivo - che allungano inutilmente il brodo.
Comunque lo Spielberg del periodo sapeva pure essere cattivo, vedi il rapimento di Barry (spaventoso ai tempi) e il fatto che nel finale Dreyfuss se ne va via con gli alieni senza indugi, e si fottano quei rompicoglioni di moglie e figli
Per quanto riguarda John Williams, il suo stile è sempre stato tonitruante ma in quegli anni era veramente al massimo dela forma. Allora lle sue capacità tematiche e d’orchestrazione avevano del soprannaturale e non credo che qualcuno in ambito colonne sonore raggiungerà mai più quei livelli. Magari esagera quando alla fine del film infila When Yo Wish Upon A Star a suon di tinnellate di violini, però per me questa rimane una delle colonne sonore più memorabili di sempre.
E poi ci sono gli effetti ottici di Douglas Trumbull, meravigliosi e innovativi nel mostrare per la prima volta quel look survoltato che poi Trumbull utilizzerà ancora in Blade Runner.
Se Guerre Stellari era stato il primo film nella storia del cinema a introdurre il motion control nelle riprese di modellini, Incontri Ravvicinati è invece il primo in cui la stessa tecnologia è impegata anche nelle scene con attori. Il finale ne è pieno, per esempio l’inquadratura in cui Truffaut si allontana dalla console/tastiera e la camera panoramica per seguirlo fino a rivelare i tre ufo sospesi sulla pista d’atterraggio.
Divertente l’aneddoto che Spielberg racconta in uno dei tanti speciali, con Truffaut che si aggira un po’ smarrito per i giganteschi set del film, così lontani dal suo modo di fare cinema, finché capita sul minuscolo set della stanzetta trasandata da motel in cui Jillian sta sostando durante il viaggio per Devil’s Tower. E’ allora che Truffaut si rianima “QUESTO sì che è un grande set!”.