Coda è un acronimo anglosassone per Child of Deaf Adults, figlio di genitori sordi, come la protagonista. Il film è praticamente un remake del film francese La famille Bélier, che fu però fortemente criticato per non aver usato attori sordomuti. Ruby ha la passione del canto, ma non riesce a metterla a fuoco perché in famiglia “non ci sentono”, e quindi un bravo maestro alla Dead Poets Society, Eugenio Derbez, ne scoprirà il talento e…
Sì, è un feel good movie e anche molto telefonato, ma gli interpreti sono bravissimi, e lo è pure lo svolgimento, con dei picchi assoluti, tipo al saggio quando lei sta cantando e improvvisamente abbiamo il punto di vista dei genitori e del fratello, brividi.
Forse per questo ha fatto l’en plein di Oscar, miglior film, miglior attore non protagonista (Troy Kotsur), e miglior sceneggiatura non originale. In tempi così di merda, i giurati avevano bisogno di coccole. Sono d’accordo con loro. Nel bel cast anche Marlee Matlin, che vinse l’Oscar nel 1986 per Figli di un Dio minore.
Visto in sala, a me non é dispiaciuto per nulla, anzi, é un film che scorre via tranquillamente e che si lascia vedere con piacere. La cosa che mi ha colpito di piú é il capovolgimento della prospettiva rispetto a ció che accade comunemente nella societá e negli altri film ovvero l’essere normodotato in una famiglia di disabili in questo caso sordomuti. Quindi emergono le difficoltá, gli ostacoli e lo stress di essere “diversi” in una famiglia di uguali che si fanno forza fra di loro e che vedono come un’eccezione la persona “normale”. La protagonista diventa inoltre l’unico appiglio e legame con il resto della societá, dalla traduzione nella lingua dei segni di ogni cosa al fatto che il canto e la musica vengono considerate cose da mettere in secondo piano e non meritevoli di valorizzazione. Ma nonostante ció il film rispecchia un po’il filone della ricerca e realizzazione del proprio sogno e quindi pur se con le pressioni ed opposizioni della famiglia la protagonista riesce a realizzare il suo sogno e “riscattarsi”. Come giá sottolineato da almayer, da brividi la scena del saggio in cui mentre tutti cantano e si emozionano per ció che ascoltano viene mostrato il punto di vista dei genitori e del fratello sordomuti. Da brividi anche la scena finale in cui alle audizioni per entrare nel prestigioso college musicale di Boston mentre Lei sta cantando traduce con la lingua dei segni ció che sta “dicendo” per far capire ai genitori che la stanno guardando ció che esprime con la musica.