Colomba Legend (Rosario Neri e Vito Colomba, 2019)

La frase di lancio recita “Il ritorno di Vito Colomba a Quattro carogne a Malopasso”

Ed il film mantiene quello che promette.

In una cornice ambientata al nostro tempo assistiamo alla vicenda umana di Vito Colomba, cavatore di marmo del trapanese con la mania del cinema western, che una volta andato in pensione è perennemente ossessionato da cowboy e duelli, al punto di sognarseli anche di notte.
La moglie gli chiede di portarla a Roma a vedere il Papa ma lui, una volta arrivato nella città eterna, la scarica dalla macchina e va in pellegrinaggio a Cinecittà.
Qui incontra un paio di tecnici ormai a spasso a causa della crisi del cinema e riesce a convincerli a dargli manforte nella realizzazione di un nuovo “fico d’india western”.

L’operazione è senza dubbio molto interessante: Rosario Neri (regia e soggetto) e Maurizio Marcelloni (sceneggiatura) riescono a costruire un progetto coerente intorno alla figura naif di Vito Colomba, creando qualcosa di veramente insolito ed originale. Un film di genere fuori dagli schemi, che riesce a coniugare una confezione professionale (ottima fotografia, cura nelle musiche, dialoghi efficaci, …) con i contenuti strampalati ed il mood da scheggia regionale impazzita caratteristici del lungometraggio d’esordio di Colomba.
E così assistiamo ad una vicenda caratterizzata dai surreali dialoghi in siciliano stretto, dall’umorismo ruspante e grezzo, dalla distorsione delle mitologie e dei topos della frontiera americana in versione trinacria. Ma questa volta, pur mantenendo saldamente l’effetto comico e straniante, il film si presenta in una veste estetica convincente, gradevole, efficace, che consente di proseguire la visione senza cimentarsi in autocoercitivi sforzi sadomasochistici: il film scorre via in modo piacevole.
La trama diventa a volte un po’ confusa e pasticciata, i ritmi a tratti eccessivamente lenti, ma fa parte del gioco. L’impressione è quella che si sia voluto salvaguardare lo stile narrativo e comunicativo di Colomba, unico ed inimitabile, nel bene e nel male, mettendo al suo servizio un apparato tecnico il più possibile professionale.
Per quanto riguarda gli attori, bisogna segnalare che mi sono parsi davvero ben diretti; ciascuno riesce a risultare spontaneo e naturale nel suo ruolo, e chi invece è dotato di forti doti antirecitative viene messo in condizione di metterle a nudo il più possibile (seguendo la lezione dei conterranei Ciprí e Maresco), dando luogo a un efficace effetto comico.

E una nota di plauso per le musiche, con due cantautori - mariachi (compaiono più volte nella diegesi del film) che compongono ballate e brani che partecipano attivamente alla narrazione della vicenda, mischiando sapientemente sonorità moderne ed elettroniche, forme musicali tradizionali e testi splendidamente dialettali.

Insomma, io questo piccolo film imperfetto e sopra le righe lo promuovo, nonostante in certi passaggi mi sia risultato un pochetto pesante. Nel complesso però è gradevole, divertente e originale.

In definitiva lo considero un progetto meritorio, che intende provare a fare qualcosa di nuovo e fuori dagli schemi; per perseguire un simile obiettivo non è certo sufficiente fare una dichiarazione di intenti e poi mettere uno stuolo di tiktoker ed influencers ad interagire con quattro vecchie glorie di secondo piano del cinema italiano!

Disponibile a pagamento (salato!) su prime video.
Probabilmente è la prima volta che compro un film in streaming, venendo a compromessi coi miei princìpi che solitamente mi impongono l’acquisto del supporto fisico (che in questo caso ahimé non esiste). Ma non me ne son pentito!

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