Concorrenza sleale (Ettore Scola 2001)

Ettore Scola alle prese con un tema poco - o punto - affrontato dal cinema italiano: le leggi razziali del 1938.

Abatantuono e Castellitto sono 2 sarti che hanno le loro botteghe nella stessa via, una accanto all’altra. Non vanno d’accordo, e oltretutto c’è del tenero tra i loro due figli adolescenti. Niente di troppo originale, va detto.

Il film ha i suoi pregi, oltre a quello di aver affrontato un tema quasi completamente rimosso dal nostro cinema. La mano di Scola si vede qua e là, e il film scorre bene. Ci sono però tanti difetti, tanto che a tratti sembra di vedere una puntata delle solite orrende fiction Rai che passavano in tv in quel periodo (oggi è anche peggio, ma lasciamo perdere). Attori minori spesso improbabili: il cognato di Abatantuono, che diventa un piccolo gerarca, sembra recitare per il Bagaglino. Sabrina Impacciatore è pessima, e due ottimi attori come Brialy e Depardieu soffrono il fatto che il film è girato tutto in presa diretta, e soltanto loro 2 sono doppiati, con un ovvio effetto spiazzante che personalmente ho sempre detestato. Vabbè.

Non mancano i soliti momenti urlati completamente inutili, le solite scene madri del cazzo da buttare nel trailer.