Pellicola porno particolare, in cui protagonista assoluto è Gianni Dei (il quale, anche se non è ripreso in dettagli hard core, ha un paio di sequenze molto spinte), che mi ha fatto specie vedere coinvolto in un’operazione simile (anche se, scorrendo la sua filmografia, sembra che non sia l’unica sua escursione in territori così piccanti).
Gianni Dei interpreta un fotografo divenuto paraplegico in seguito ad un incidente, che passa tutto il suo tempo guardano filmini super8 pornografici. Siccome teme che sua moglie senta la mancanza della dimensione sessuale del loro rapporo, chiede ad un amico di andare a letto con lei. Lei non è d’accordo ma non si dà peso a questa cosa, così la sventurata viene violentata ripetutamente davanti al marito, finché disperata non fa le valige e se ne va di casa.
La moglie è interpretata da tale Rosy Navarro, al suo secondo film (il primo di genere hard), che dopo tale performance conclude cos’ la sua carriera cinematografica (secondo imdb).
Per non farci mancare nulla troviamo impegnata in due scene hard anche l’onnipresente Guya Lauri Filzi.
Incredibile il coinvolgimento in questa produzione di Marisa Mell (che ha una scena di dialogo e una di sesso con Gianni Dei) e soprattutto di Femi Benussi, che compare per un paio di minuti in un flashback, interpretando sé stessa, secondo me era totalmente ignara del contenuto del film.
La maggior parte delle sequenze hard non sono originali ma riciclate da altre pellicole, sfruttando lo statagemma dei filmini che in continuazione si guarda il pornomane Dei.
Del film di Damiani esistono numerose versioni e aneddoti. Lessi mi pare sul “rinomato” Grattarola-Napoli, che il film si interruppe per problemi economici, arrivando così ad un girato di soli 40/50 minuti. Sul set, venne girata una sola scena hard, quella appunto con Gaita e l’impacciata Navarro. La corrente versione italiana con il pretesto della visione dei super 8, incorpora sequenze da girati sconosciuti, di paternità e provenienza anonima, con Marina Lotar, Ajita Wilson, Guia Lauri, Giuseppe Curia e Sandy Samuel se ricordo bene, di epoca sicuramente posteriore al film di Damiani (realizzato nel 1980, che poi in realtà più che di Damiani parrebbe girato da Mario De Rosa) più due sequenze da film svedesi. Per complicare la situazione la S.I.D.A.F. operò distribuzione del film in due tronconi paralleli: il primo è il suddetto già nominato, il secondo è costituito da una versione chiamata “Nude Look” in cui vengono estirpati tutti i momenti hard originali, per essere sostituiti in montaggio senza alcuna logica da scene da film brasiliani e americani (questa versione ha inoltre dei credits piuttosto inverosimili costituiti da nomi di maestranze tecniche e non del cinema hard statunitense). Infine, dulcis in fundo, la versione “spagnola” attualmente visionabile sul web, che prende il girato originale di Damiani, immettendo anche alcuni raccordi assenti nelle due edizioni precedenti, sostituendo però le scene hard italiane con roba francese. Non so poi bene cosa successe al film, passò in censura nel 1983 ma arrivò nelle sale non prima del 1986. Pornodelirium tricolore…
In realtà nella versione che ho visto io ci sono diverse scene hard girate ex novo: la prima è una scena saffica tra la Guia e la Navarro (con cunilingus), la seconda tra la Navarro e Gaita (blow job + penetrazione) e la terza, che nella diegesi avviene subito dopo (con la Guia che arriva e prende il posto dell’amica), è una performance che vede impegnati la Guia e Gaita (sempre blow job + penetrazione).
A queste tre sequenze dichiaratamente hard si possono aggiungere una scena di masturbazione autoerotica della Navarro (con dettagli espliciti) e una scena a letto tra la Navarro e Dei, in cui non si mostrano dettagli hard ma nella quale si intravedono in un paio di inquadrature i genitali di quest’ultimo. Infine c’è la sequenza tra Dei e la Mell avviluppati nudi a letto, ma non si vede niente di esplicito.
Deduco quindi che questa versione spagnola che mi è capitata per le mani tramite uno scambio non sia la stessa versione spagnola presente sul web di cui parlavi tu.
Le scene sono girate magistralmente, ben illuminate, risalenti ai primissimi 80. Assolutamente impossibile sia stato il regista di BBBN. Io credo che l’autore sia qualche regista “serio”.
Ovviamente Sacco non c’entra nulla con l’edizione manipolata del film di Damiani, su cui gravitano ancora troppi misteri. Si capirebbero molte più cose andando a reperire con certezza, colui o coloro che si occuparono dell’edizione del film post ottenimento visto censura (che venne assegnato il 2 dicembre 1983 ma il film in sala non arrivò prima del 1986 e dev’essere stato proprio in quei tre anni di mezzo che venne allestita l’edizione hardcore).
Da tenere a mente che in montaggio è proposta ,tra la altre cose, una sequenza de Ta mej i dalen (1977) di Torgny Wickman, importato in Italia nel 1984 con il titolo La governante svedese, dalla Major Cinematografica di Gaetano Ciolfi, una società con sede a Torino che con questa e future altre denominazioni commerciali sarà responsabile di rimaneggiamenti di ogni tipo nonché di antologie di infimo livello. Società vicina inoltre alla persona di Sergio Baldacchino, a cui ho dedicato un dossier su Nocturno, piccolo produttore di hard nonché direttore di produzione nel giro di Bruno Vani. Tiro in mezzo a questo calderone la Major perché il materiale cartaceo di Corpi nudi venne stampato dalla Cooperativa Romana Stampatori, una piccolissima tipografia di cui la società citata era cliente più o meno fissa. Potrebbe trattarsi di una sola, vaghissima, coincidenza ma è giusto analizzare tutti gli elementi, nel bene o nel male. Detto questo, Ciolfi (per le operazioni in sede di edizione o insertaggio) si affidava al compianto tuttofare Ferruccio Casacci.
Scavalcato l’enigma dell’edizione cinematografica italiana, sarebbero altresì da identificare i responsabili dell’orrenda edizione Nude look, introdotta da fittizi titoli di testa digitali ricopiati da quelli di un hard USA di Chuck Vincent, intervallata da spezzoni eterogenei, tra cui uno di genere gay di provenienza brasiliana. Non si tratta sicuramente di un’operazione self-made, in quanto sono presenti in montaggio anche alcuni minuti del film di Damiani assenti dalla nostrana versione ufficiale (tra cui la risibile apparizione di Femi Benussi), elemento che indica quindi che chiunque approntò questo misconosciuto, maledetto montaggio era in possesso del girato integrale.
Varie ipotesi sono state fatte negli anni. Ameli sosteneva di aver visionato una copia di Libidine (1979) contenente il siparietto della Wilson e di Marina qui presente. Altri sostengono che il girato qui proposto fosse stato originalmente realizzato in realtà per I desideri morbosi di una contessina (1983), ovvero l’edizione anch’essa manipolata de Fate la nanna coscine di pollo (1977) di Damiani. Chissà…