Cozzilla (Luigi Cozzi, 1977) [fu Cozzi e la Colorizzazione di Godzilla]

Segnalo che circola addirittura in HD!

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Si, si trova al link postato da @Squittolo

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La fonte è la stessa, ma quello dovrebbe essere un “restauro” (?) fatto a partire da una copia SD. Dall’anno scorso gira proprio la fonte HD.
La cosa migliore del film è il trailer, quello non l’hanno scansionato :frowning:

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Questi flani hanno un’importanza maggiore di quello che sembra. Infatti, come dicevo sopra, per molto tempo era girata la voce che Cozzilla fosse stato distribuito esclusivamente a Roma al cinema Royal su iniziativa del sor Luigi. Questa è la prova provata che, come spesso accade, all’epoca di caxxate ne giravano parecchie.

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Non solo, ma l’uscita milanese ha preceduto di ben 22 giorni quella romana.

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Sai dirmi la data in questione? Vorrei usarla come riferimento per risalire a quando l’ho visto io.

A Roma è uscito al Royal il 24 giugno 1977. E ha avuto una buona tenitura, tanto che dopo alcuni giorni è stato proiettato in contemporanea anche al Ritz. A Milano era uscito il 2 giugno.

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al di là del sentimentalismo e della nostalgia (inevitabili) li trovo sia barometri di tutto un modo epocale e irripetibile di intendere/concepire le maglie censorie, l’approccio critico-analitico e il lancio pubblicitario di un film (sempre esorbitante fino al fregnacciaro e oltre) in relazione a una preparazione culturale e conoscitiva allora medio-bassa (disposta ad abboccare ad ami come rama, scope e sound fantasy quando non totally nonsense, fanfaroni disclaimer medici che allertavano delle ripercussioni fisiologiche dovute alla natura malevola del film - sola accezione per me allora ammissibile, le cilaire -, ammonizioni agli spettatori particolarmente impressionabili - che variavano di città in città e di film in film - ma anche a seguire diligentemente sospensioni di tessere biglietti omaggio e ingressi di favore o di entrare all’inizio laddove suggerito o raccomandato) che ottimi trigger per ridestare tutta una serie di topic letargici da tempo, e annesso ripristino attenzionale attorno a opere incagliate nelle secche dell’oblio. o di preziosi ricordi personali e aneddoti curiosi.
con buona pace di chi mi diede addosso per metterne troppi (cosa che peraltro, come già accadde per l’uso degli anglicismi, soleva fare anche lui :slight_smile: )

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Pensa ai porno con i sexualcolor e pornosound. Per non parlare del geniale ‘girato in hardcore’ con non meglio specificati critici che stabilivano che questo o quel film avevano la doppia luce rossa. Senti magari sarò strano io, ma davvero non riesco a capire come potessero crederci. Passi il ragazzetto che passava davanti al cinema sapendo di non poter entrare ed è un conto, ma un uomo navigato di 50 anni con moglie e figli che credeva a certe fregnacce, beh allora le fregature se le meritava tutte.

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mi permetto di puntalizzare che, più che zombi 2, soprattutto nell’utilizzo della drum machine, sembra proprio una versione precedente di quello che diventerà “apoteosi del mistero” in Paura nella città dei morti viventi.
Grazie per questa segnalazione, adoro “apoteosi…”, per cui è stata una piacevole sorpresa.

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si sei un po’ strano tu. devo ancora una volta far presente che un uomo di 50 anni di allora, per navigato che fosse, non aveva la stessa preparazione culturale di un cinquentenne di oggi o della generazione appena precedente, men che meno cinematografica. non c’erano gli appositi sostegni telematici che in un batter d’occhi consentivano immediate verifiche e controverifiche e separazioni del miglio dal loglio. le sole mediazioni erano i passaparola e la critica che certe iperboli estreme le ridimensionava. ma così come oggi alla critica si dà fin troppa importanza, allora la critica era invece seguita con la dovuta attenzione da pochissimi. guarda i flani nel loro insieme, sono chi più chi meno capolavori di ammiccamento seduttivo e di affabulazione propagandistica: quelle che oggi riconosciamo come sciocche e incredibili menate, lo spettatore medio era ben felice di bersele con tutto lo zucchero ancora a poco oltre metà degli ottanta e restando anche indici del costume e della cultura vigenti, davanti ai quali non si può non intenerirsi (fino alla preadolescente io stesso amavo crederci). erano modi di ottemperare alla crisi dilagante che portava a sempre meno biglietti staccati. se poi aggiungiamo, altro dato interessante, il modo in cui veniva blandito e arruffianato coi regalia (evidentemente immemore del timeo danaos et dona ferentes studiato a scuola), è fatta.

Schramm, sai scrivere ed esprimerti, ok. Ma non facevi prima a dire, semplicemente, che all’epoca tanti spettatori erano dei semplicioni teste di ca…? :blush::wink::heart::stuck_out_tongue_winking_eye:

no, un po’ perché non penso che fossero teste di cazzo (che dalle mie parti ha un’altra valenza), se mai non ancora sgamati come oggi, un po’ perché rodar mi costringe alla tautologia. son cose già discusse e ridiscusse in mille altre forme e topic. lui ogni volta si sbalordisce come se vedesse queste cose per la prima volta o come se i 70 e gli 80 fossero culturalmente identici al 2023 (un po’ lo capisco, ma allora per una persona preparata e competente ce n’erano tante che non lo erano anche solo per semplice disinteresse al cinema e alle sue dinamiche) e si ritorna in capo al fico :smiley: :smiley:

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Ok. Grazie. Come dicevo, hai indubbia proprietà di linguaggio. Io, rimango più terra terra. Sono più conciso, e immediato… :smiling_face:

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