classico conventuale di second’ordine che però si lascia guardare volentieri
storia abbastanza delirante, con qualche lungaggine, e attori diciamo rivedibili, in particolare Magda Konopka che buca lo schermo come sempre ma stavolta sembra poco ispirata e convinta
l’ho visto nel blu-ray Severin, un po’ deludente, colori fiacchi, definizione scarsa e molte altre imperfezioni, poi chiaramente non ho idea se i materiali di base non permettessero nulla di meglio
nb: l’edizione in italiano è fra gli extra, il film di base ha solo l’inglese
a me l’aveva detto @Renato ma me ne sono dimenticato e ne ho visto un pezzo in inglese
comunque il cofanetto Nasty Habits: The Nunsploitation Collection è veramente bello
Come cazzo è venuto in mente a Bergonzelli di girare i titoli di testa sull’acropoli di Atene?!?!
Se volessi spararla grossa potrei dire che il cartello col nome del regista sovrapposto al partenone è un insulto non solo alla morale corrente, ma anche ai 2500 anni di tradizione culturale occidentale in toto.
Proseguo la visione:
prima sequenza con l’amore libero in aereo ben congegnata e ben riuscita, genuinamente divertente (sebbene il conto alla rovescia sia un po’ “sui generis”).
Non faccio in tempo a complimentarmi mentalmente col regista che fa suonare ad un tizio il flauto dolce impugnandolo al contrario
Qualche minuto dopo assistiamo al miracolo della transustanziazione delle frequenze sonore: un tipo strimpella un mandolino e noi ascoltiamo distintamente il timbro di una chitarra acustica.
Comunque che strano il cinema di Bergonzelli…
Da un lato se ne potrebbe parlare male genuinamente senza correre il rischio di essere faziosi o ingenerosi.
Dall’altro lato, altrettanto genuinamente, ti fa divertire in modo incondizionato, ti fa divertire di cuore, guardando una sua pellicola passi un’ora e mezza di piacevole ed autentico intrattenimento.
Mai ambivalenza fu più invalidante per il cinefilo!
Ascoltando una sua allucinante intervista resa poco prima della sua dipartita. il Bergonzelli dsse che questo film nasceva da una 'considerazione filosofica e se vogliamo anche teologica" . Il profondo messaggio che Sergione nostro voleva trasmetterci era sostanzialmente questo: una ragazza se non ha la vocazione non può farsi monaca"!!! Che profondità di vedute! Che pensiero raffinato. Da quel povero troglodita che sono non c’ero arrivato!
Senza avvicinarmi alla tua sapienza cinematografica, ti confermo che si tratta proprio del Bergonzelli, il quale ebbe fra l’altro a esordire nel dorato mondo della celluloide davanti e non dietro la macchina da presa.