Dalla Russia con simpatia...

Russia, prepara i ravioli con la carne dell’amico ucciso
MOSCA - In una remota regione della Siberia meridionale un ubriacone ha ucciso e smembrato un amico e ne ha utilizzato il corpo per preparare un piatto di ravioli. Per l’omicidio è stato condannato a 14 anni di carcere a regime duro. Cinghiz Bubeiev uccise l’uomo il 22 febbraio scorso durante una violenta rissa scoppiata dopo una bevuta.

Con l’aiuto di un altro amico (Serghei Cupishev, condannato a 2 anni di reclusione per complicità) Bubeiev ha fatto a pezzi il morto. Durante il processo è emerso un altro particolare agghiacciante: l’assassino riuscì a vendere una consistente quantità del cadavere ai vicini, spacciandola per carne di cavallo.

(da repubblica.it)

Leggevo ieri…pare che in Matriosca Rassìa stia diventando una simpatica abitudine:

http://www.repubblica.it/online/esteri/cannibale/cannibale/cannibale.html

MOSCA - Nikolai e Yevgheni erano compagni di bevute. Amici per caso, fino a quando in una notte come le altre non hanno finito per litigare. Una lite da ubriaconi, finita male. Yevgheni uccide Nikolai. Un’unica coltellata dritta al cuore. Ma l’orrore viene dopo e a raccontarlo è lo stesso Yevgheni Usanov, al tribunale di una cittadina del sud della Russia europea, che lo ha condannato a dodici anni di reclusione per omicidio e cannibalismo. Con lo stesso coltello che lo ha ucciso, Nikolai viene infatti fatto a pezzi dal suo compagno, quindi bollito e passato al tritacarne. Yevghen voleva mangiarlo e lo ha fatto. Ma ha aspettato due giorni prima di immergerlo nell’acqua bollente. E visto che la carne macinata, nonostante l’inverno russo, cominciava a puzzare, ha aggiunto alcune foglie di alloro al brodo. Per profumare il piatto. Il Tribunale lo ha condannato dopo averlo considerato capace di intendere e volere. Le storie di cannibalismo in Russia non mancano, come non mancano nel vicino Kazakhstan, dove le circostanze sono spesso identiche. Alcol, freddo, miseria e desolazione. La cronaca ne segnala almeno otto negli ultimi otto anni e l’ultima risale appena al giorno di Santo Stefano 2002, quando una donna di 46 anni di Penza, 700 chilometri a sud di Mosca, è stata arrestata per aver ucciso e consumato gli organi di un’amica che aveva ucciso alla fine di una lite. Erano ubriache anche loro, compagne di bevute anche loro. Anche lei ha finito per cucinare l’amica per poi offrirne un assaggio anche al suo amante. Storie di alcol e desolazione, ma anche di miseria. Un esempio ne è il crimine commesso alla fine 1994, nell’Estremo Oriente russo quando una coppia di mezza età di Artiom uccise un amico, anche lui un compagno di bevute. Passata la sbornia l’uomo ha subito proposto di squartare il cadavere per poterlo occultare bruciandolo nella stufa. Ma la sua compagna - come ha confessato durante il processo - non ha perso tempo e ha suggerito che, ormai, tanto valeva rifornire la dispensa cronicamente vuota. Per una settimana si sono così sbizzarriti, sempre stando alla cronaca, nelle più diverse ricette, apprezzate anche dalla figlia sedicenne.