Dead Man Walking - Condannato A Morte (T. Robbins, 1995)

http://www.imdb.com/title/tt0112818/

L’ho rivisto da poco per la seconda volta, c’è un buon blu ray.
La prima volta lo vidi al primo anno di università, quando avevo iniziato il mio attivismo contro la pena di morte, e mi impressionò così tanto che non lo volli più vedere.
Rivisto vent’anni dopo resta un sanissimo pugno nello stomaco, un film coraggioso anche perché non sceglie la strada facile del mostrare la crudele esecuzione di un innocente.

Il personaggio di Sean Penn è colpevole come Caino, ha stuprato e ucciso, è un razzista e pure un nazista. Però, nonostante sia una persona così ripugnante è comunque una persona e la sua orribile morte colpisce e indigna lo stesso perché viene mostrata nel dettaglio l’assurda barbarie di questa sentenza disumana che vuole mostrare con un omicidio che l’omicidio è una cosa sbagliata.

Impossibile, almeno per me, trattenere la commozione durante l’ultimo incontro con la famiglia (specialmente con la madre, che non può nemmeno abbracciarlo per l’ultima volta) ed è struggente sentire il personaggio di Sean Penn che si raccomanda con i fratelli e con la suora (Susan Sarandon) di prendersi cura di lei. Perché anche i peggiori mostri hanno una mamma, proprio perché sono persone e non mostri da crocifiggere.

In ogni caso, comunque la si pensi sulla questione, il film è bello e solido. La Sarandon e Penn sono perfetti e i comprimari (specialmente le famiglie delle due vittime) non potrebbero essere più azzeccati.

Il film è ambientato in Lousiana e all’epoca lì si utilizzava ancora la sedia elettrica per le esecuzioni. L’iniezione letale che si vede nel film arrivò solo successivamente e, a differenza del film, non è automatizzata. Viene praticata ancora oggi.

Il film fu un grande successo (anche per la colonna sonora con pezzi di Bruce Springsteen, Eddie Vedder, Tom Waits ed altri ancora) e servì tantissimo a creare consapevolezza su questa mostruosità.
Anche il libro da cui è tratto il film ebbe un’insperata popolarità anche se è un testo molto più complesso che peraltro tratta di due casi distinti.

Mi rispecchio pienamente in ciò che scrivi Federico. Anche io lo vidi al cinema quando uscì e ne rimasi ugualmente traumatizzato. Film splendido e commovente, che ti lascia sgomento. Pure io praticamente non sono più riuscito a rivederlo, perché fa troppo male. A tutt’oggi una delle pellicole più difficili da sopportare emotivamente per me.

A me non è piaciuto molto. Probabilmente ho avvertito fin troppo la morale cristiana di fondo, ma anche a livello di costruzione ci sono diverse cose che mi hanno lasciato perplesso, su tutte i flashback.

Bizzarro, col senno di poi, vedere il faccione di Jack Black in un dramma del genere.

Aggiungo che Sean Penn era da pena di morte anche solo per la pettinatura oscena che sfoggia per tutto il film