Delitto al ristorante cinese (1981, Bruno Corbucci)

A volte se penso che ho riso e tuttora rido su certe battute di film come questo non nascondo di essere a disagio perchè il punto è esattamente quello che ha evidenziato Frank. Noi ridevamo ma quelli ci soffrivano. Solo che oggi fronteggiamo l’opposto cioè la piaga del politicamente corretto che azzera qualunque briciolo di buon senso. Piaga che decontestualizza determinate cose e le vorrebbe cancellare come hanno fatto quelli dell’Isis con i capolavori che riitenevano blasfemi.
Purtroppo è un processo irreversibile. Diverse volte ho discorso con i miei figli perchè magari mi è scappata la parola negro e non sono in nessun modo riuscito a convincerli che in italiano la parola non ha mai avuto una connotazione razzista derivando dal latino “niger” e che è diventato un insulto quando dagli USA ci hanno esportato il loro “nigger”.
Mah…

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Si, per fortuna o purtroppo, è un discorso talmente ampio che si dovrebbe esulare dal contesto “cinema” per ampliarlo a tutta la società odierna.

Parlando solo di cinema, io, come altri utenti, continuo a vedere questi film e riderci sopra. Per quel che mi riguarda, il fatto che io rida sopra un “frocione, culattone o mignottone” (tipo la mitica scena di Banfi in “Fracchia”) non implica che, terminata la visione, io abbia una repulsione o intolleranza verso chi ha piaceri sessuali differenti dai miei. Anche perché, stranamente, nessuno si lamenta delle serie tv che esaltano mafia, camorra, escobar, tony montana e via elencando…
Probabilmente, tra 20 anni, si arriverà a poter fare questo tipo di film “vecchio stampo” con l’obbligo del divieto ai minori di 18 anni…chissà…
D’altra parte, già negli Stati Uniti fino al '67 vigeva il codice ultra moralista di Hays quindi -come sempre- è la dimostrazione che questi “corsi e ricorsi” si verificano a cicli.

Aggiungo l’ultima cosa un po’ off topic: io leggo Topolino e le mie storie preferite sono -tra le tante- quelle scritte da Guido Martina; sono storie che oggi sarebbero impensabili da pubblicare su quel tipo di giornaletto, però ragazzi, a leggerle oggi con la mente da adulto, sono uno spasso e le più cariche di verve e simpatia! Per fortuna è esistito un tempo in cui si poteva alzare l’asticella della “scorrettezza” per fini sarcastici (e comunque, non credo che abbia creato dei mostri, coi bambini di allora).

Mi domando se - nell’Italia del 2021 - sarebbe stato permesso ad uno Sclavi di creare (e pubblicare) un personaggio come Dylan Dog.

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