Posologia: Prima di andare nelle sale per recarsi a vedere detto spettacolo è necessario munirsi di adeguato numero di kleenex e premunirsi di un ombrello allorquando si voglia seguirlo dalle prime file :ipsazione
Regia di Christian Molina
Cast: Belen Fabra, Geraldine Chaplin, Llum Barrera, José Chaves, Leonardo Sbaraglia
trama: Valérie è bella, colta e di buona famiglia. Per conoscere il mondo le viene naturale affidarsi al corpo e alle sensazioni; e per raccontarlo e raccontarsi l’unico confidente è il suo diario. Solo con queste pagine può condividere la scoperta del sesso e degli uomini a partire da quando, a quindici anni, perde la verginità e comincia a vedere la vita come un susseguirsi di esperienze estreme, una ricerca del piacere che non prevede inibizioni. Qualsiasi incontro può svelarle un nuovo lato di sé; per questo Valérie si concede agli uomini più diversi, spesso sconosciuti. Darsi agli altri, sempre, diventa per lei un’ossessione, una necessità. E a volte può diventare un rischio: più matura rispetto alla nostrana Melissa P., Valerié ha alcuni punti in comune con questa adolescente che si affaccia nel mondo degli adulti
Mentre la Satiriasi è scientificamente provata sulla ninfomania ci sarebbero opinioni discordanti:
Il termine ninfomania (dal greco antico nymphè, νύμφη: ninfa sposa e mania, μανία: mania) fu coniato nel 1771 dal medico francese J. D. T. de Bienville, che lo utilizzò per la prima volta nel suo studio La Nymphomanie, ou Traité de la fureur utérine (La ninfomania, ovvero trattato sul furore uterino :tuchulcha).
Fu considerata dapprima una perversione e, in tempi successivi, una patologia sessuale femminile caratterizzata da una compulsiva ricerca di partner e accompagnata da anorgasmia o frigidità.
Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità non riconobbe più nella ninfomania una patologia e nel 1995 la American Psychiatric Association cancellò tale voce dalla IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, riconducendo tuttavia il concetto, insieme all’equivalente maschile noto come satiriasi, entro la più vasta categoria dell’ipersessualità.
I termini ninfomania e ninfomane entrarono presto nel linguaggio comune in un’accezione generica e spregiativa, per definire donne sessualmente libere e intraprendenti. In questo senso il filosofo Umberto Galimberti, ha voluto vedere nel concetto di ninfomania “un prodotto dell’immaginario maschile che teme la sessualità attiva della donna, perché l’uomo si compiace di attivare la sessualità nella donna, ma va in angoscia se la donna attiva la propria sessualità da sé […] Questo tipo di relazione, che gli uomini di frequente instaurano con le donne, è vissuto in modo angoscioso se sono le donne a instaurarlo con loro, perché, di fronte all’intraprendenza femminile, l’uomo si vede collocato in quella condizione di passività in cui ama invece vedere collocate le donne […] siccome un uomo senza potere fa vergogna a se stesso, allora, per salvarsi, non gli resta che iscrivere la donna che lo riduce in queste condizioni nella sfera della patologia e, scomodando la mitologia greca, traduce il fascino di una ninfa in una malattia […]. Alcune definizioni psichiatriche come l’isteria e la ninfomania raccontano molto più delle difese degli uomini nei confronti delle donne, di quanto non dicano delle patologie femminili.”
Nel film c’e’ una frase, presa pari pari dal libro di Valérie Tasso: “la ninfomania non esiste, e’ un’invenzione degli uomini per controllare il desiderio della donna”. USCITA NELLE SALE IL 30/04/2009