In Ma l’amore no di Savio c’è la scheda di questo film, l’unico mai diretto da Leo Longanesi, a quanto pare terminato ma mai uscito per i fatti del 25 luglio. Oltre il cast anche la trama sembra interessante. Incredibile che sia rimasto inedito.
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Bel post, complimenti. Savio, Chiti e Quargnolo, veri maestri della storiografia del cinema italiano (gli ultimi due ho avuto l’onore di conoscerli personalmente) non potevano sapere allora, a causa delle fonti limitate che avevano a disposizione, che il film di Longanesi, ripreso (come detto giustamente) da Nino Giannini, è stato poi successivamente rielaborato e integrato da Francesco De Robertis. Mantenendo il titolo di Giannini, e cioè Vivere ancora, il film risulta, in questa versione rielaborata, avere ottenuto un nullaosta di circolazione sia dalla morente Repubblica di Salò (nel marzo 1945, quindi appena un mese prima della Liberazione), sia nel dopoguerra dalla neonata Repubblica italiana. Nonostante ciò, alla Siae non risulta alcuna uscita sul territorio italiano (il che non è detto che risponda a indiscutibile verità, perché in quei mesi tragici e frenetici molte uscite non venivano registrate). Questa integrazione ovviamente non aggiunge niente di sostanziale, ma recentemente è uscito un libro su ‘Longanesi e Montanelli cineasti’ dove forse si potrebbero trovare maggiori informazioni.
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Parafrasando il De Sica di “Fratelli d’Italia”, dico “Aoh, davanti al Napoli io… m’arendo!”… 
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Quello che non capisco è come mai un film cominciato a Roma è stato terminato a Torino (con conseguente spostamento del girato fino a quel momento) tra l’altro in una situazione come quella.
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