Divine Emanuelle: Love cult - Die Todesgöttin des Liebescamps (Christian Anders / Ilias Milonakos, 1981)

Visto nella workprint version (dal titolo un po’ delirante “Fanatico…When the Goddess Calls”), che è più lunga del cut cinematografico, grazie al bluray Severin che fa parte del mastodontico box The Sensual World of Black Emanuelle. Il disco in questione contiene entrambe le versioni.

Film davvero sui generis che mi ha lasciato un po’ incerto, non capisco se mi sia piaciuto o meno. Ha dalla sua diversi elementi affascinanti ed azzeccati ma anche diverse pecche, alcune delle quali un po’ difficili da digerire.

Le cose positive sono indubbiamente l’ambientazione così particolare (una comune su un’isola greca), la scelta azzeccata della Gemser come crudele leader della setta dedicata al culto dell’amore e anche la particolarissima figura del suo braccio destro Dorian, interpretata dal regista stesso, Christian Anders (che oltretutto è un personaggio assurdo: cantante di fama nazionale, autore di racconti e romanzi, negazionista del covid e complottista, autorie di libri esoterici… Chi più ne ha più ne metta!) → Per approfondire il personaggio consiglio di fare un giro sulle pagine wikipedia a lui dedicate:

Altro aspetto positivo l’utilizzo delle musiche e delle canzoni, molto particolari ed in grado di sottolineare in modo efficace le varie vicende; soprattutto molto bella ed originale per un film del genere e dell’epoca l’idea di inserire alcuni momenti quasi musical, in cui i personaggi si mettono a cantare in maniera diegetica e coerente rispetto allo sviluppo della trama.

Tra gli aspetti non riusciti invece alcune sequenze totalmente buttate lì a caso di cui non si capisce il senso (come ad esempio il flashback in cui la Gemser cammina per il paesello abbandonato e viene all’improvviso circondata da pseudozombi da barzelletta o la festa alla comune per celebrare il suo arrivo in cui tutti, oltre che a mangiare, bere e scopare, si mettono senza motivo a distruggere mobilio ed arredi).
Alcuni personaggi sono molto stilizzati e caricaturali, spesso resi ancora più inverosimili e ridicoli dal dozzinale doppiaggio inglese.
È il caso, per esempio, del muscoloso angelo custode della Divina (la Gemser), che oltretutto si chiama Tanga (!) e dello sbirro infiltrato nella setta interpretato da Gabriele Tinti.

Nella comune dell’amore ci mostrano ostentatamente le loro grazie un sacco di belle figliole ma la cosa che colpisce è che, nelle scene di massa, sono presenti anche parecchie comparse di cui alcune giovanissime (è evidente che hanno prelevato dalla spiaggia tutti quelli che stavano allo stabilimento balneare per fare i figuranti, si vede che si divertono come se fossero in vacanza - e in effetti lo sono) mischiate senza alcuna remora ad attori nudi che simulano giochi sessuali o torture varie.

Peccato che il film sia rimasto inedito da noi perché in fondo è divertente e mi sarebbe piaciuto guardarlo nella nostra lingua.
Mi piacerebbe essere smentito e sapere che venne invece distribuito, magari con qualche titolo bislacco o visto censura taroccato.

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Ovviamente il cantante Christian Anders non era in grado di dirigere un film. E infatti lo firmò solamente. Il vero regista è Ilias Milonakos.

Su quest’ultimo, i cui film amo moltissimo, ci sono testimonianze divergenti: Monica Nickel mi ha raccontato cose molto carine su di lui, invece il filmaker e critico greco Fokion Bogris me ne aveva parlato non benissimo, forse perché ci è rimasto male in quanto Milonakos rinnega il suo passato e si rifiuta di firmare foto e manifesti (ma, aggiungo io, come dargli torto? Era una persona così timida che tutti se ne approfittavano, e il mitico produttore Fournistakis gli deve ancora pagare gli ultimi film di 40 anni fa…).

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