Dolls (Takeshi Kitano, 2002)

Segnalo l’uscita in edicola di Dolls di Takeshi Kitano a euro 9,90 per la serie Ciak Cult Movie

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Favoloso. Uno dei miei film preferiti in assoluto, soprattutto l’ultimo episodio (se si può chiamare cosi).

grande notizia
io, quando uscì il dvd, non lo comprai perchè mancava la lingua originale, poi da qualche parte ho letto che in realtà c’era ma non l’avevano segnalata nelle caratteristiche tecniche… questo in edicola ce l’ha?

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Audio giapponese Dolby Digital 2.0 e italiano 5.1

Non me lo perdo DI SICURO grande TAKESHI :wink: :wink: :wink:

eccellente film, consigliatissimo l’acquisto (a quel prezzo poi…)

Uno dei miei Kitano preferiti, sicuramente dopo Brother, anche se di tutt altra fattura.
Il dvd non lo prenderò perchè l ho gia visto un sacco di volte e ho preso già troppi film questa settimana :)!

Oh, io l’ho trovato una palla micidiale… sarà che il teatro tradizionale giapponese mi è -fortunatamente- sconosciuto, ma già dopo i primi 5 minuti volevo spararmi negli zebedei.
Poi per carità, il film procede anche discretamente per un po’, ma alla lunga cazzo se annoia… quando i due tizi legati con la corda rossa iniziano a camminare silenziosi per un quarto d’ora nella neve senza dirsi una parola ho avuto la tentazione di usare il FFW… che delusione.

Ren Osugi ha solo una particina, quasi da comparsa.

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Ho il dvd italiano, e quello UK. Il film di Kitano che più mi ha lasciato perplesso: per la sua discontinuità. Momenti magnifici si alternano ad altri effettivamente pallosi. Manca un certo equilibrio. Il regista stavolta ha curato l’aspetto estetico (fotografia e costumi innanzitutto), e si è “scordato” di fare quello che più piace (ai suoi estimatori…). Comunque, non da buttare. Confronto fra dvd esteri su www.dvdbeaver.com/film/DVDCompare7/dolls.htm

Matsumoto/Sawako - Nukui/Haruna – Hiro/Ryoko: tre vicende parallele basate sullo stesso tema, l’alienazione intesa non solamente come “uscir di senno” ma soprattutto come la rinuncia all’amore (e implicitamente, alla propria felicità) in vece della dedizione a ciò che è altro, un vero e proprio scambio con prezzi altissimi da pagare.

Il film è ispirato dal genere teatrale giapponese Shinjū (lett.: “doppio suicidio”), che narra di tormentate storie d’amore con tragico suicidio finale dei due amanti che risolvono, in questo modo, la loro impossibile storia d’amore su questo piano dell’esistenza per ritrovarla nell’altro mondo.

Un bel film, ricco di poesia e romanticismo che, secondo me, sono sempre stati parte integrante dello stile di Kitano.

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