Don Camillo (Duvivier, 1952)

Con Fernandel, Gino Cervi, Vera Talchi, Franco Interlenghi, Sylvie, Leda Gloria, Marco Tulli, Saro Urzì


Link sito Anica

Il primo film della serie dei Don Camillo fu un successone. Non l’avevo mai visto, se non a spizzichi e bocconi sulle reti mediaset quand’ero ragazzino, ho colmato quindi questa lacuna.
A me non è piaciuto, pur riconoscendo una certa scorrevolezza nella vicenda e con tutto il dovuto apprezzamento per i due grandissimi attori dei 2 ruoli principali. Ho scritto 2, ma in realtà il ruolo principale nel film è uno soltanto, il prete: Peppone mi è parso in sostanza un burattino o poco più, funzionale solo come rivale di don Camillo.
Sarà che mi hanno irritato alcuni elementi come l’insistente voce fuori campo, che martella per quasi tutto il film, il crocefisso che parla al prete facendo pure lo spiritoso (!), o questi comunisti da barzelletta che negli anni '50 vanno in chiesa, alle processioni, baciano pure l’anello del vescovo e come se non bastasse accettano di portare a spalla una bara con sopra la bandiera italiana col lo stemma di casa Savoia…
Comunque non colgo l’aura mitica che il film si porta dietro da 60 anni, onestamente.
Doppio dvd medusa, collana cinema forever.

Nessun forumista ha preso il bel cofanetto bluray tedesco della Kinowelt con tutti i film della serie?
http://www.amazon.it/Camillo-Peppone-Special-Edition-Blu-Ray

Sembra simpatica anche la confezione… comunque è assurdo che le edizioni nostrane dei classici del nostro cinema siano o inesistenti o comunque sempre inferiori per grafica o qualità a quelle straniere… senza contare che questo cofanetto con 5 dischetti blu ray alla fine viene a costare sicuramente di meno dei vecchi dvd singoli Medusa

ce l’ho, qualità video piuttosto buona, senz’altro superiore ai dvd italici. Peccato non contengano sia la versione italiana che quella francese che specie per i primi due film contiene varie differenze dovute alle imposizioni della censura nostrana.

in effetti le vicende filmiche di Don Camillo e Peppone non mi sono mai piaciute tanto… molto meglio le storie brevi pubblicate prima sul Candido (e si che ne avevo un bel po’’ di originali e poi li ho praticamente regalati…) e poi raccolte in volumi.

Trasportate su celluloide, sembrano tutte vignette un po’ sfilacciate e messe insieme alla come-viene-viene. Li avessero suddivisi in piu’ sceneggiati televisivi invece che raggruppati in piu’ film, avrebbero funzionato meglio, penso.

Comunque, visti oggi sono abbastanza irritanti per l’aura ultrareazionaria e democattolica. Vabbe’ che era un periodo storico particolare per l’Italia, e si doveva denigrare i rossi in qualsiasi modo, ma insomma, in alcuni episodi si esagera e davvero uno vuole diventare satanista o mangiapreti (di quelli veri, non quelli annacquati alla Peppone) per riflesso condizionato di Pavlov post-visione filmica. L’unico che mi e’ piaciuto davvero, sia nella versione cinematografica che quella stampata e’ Il Compagno Don Camillo.

C’era un periodo che stravedevo per Guareschi e tutto cio’ relativo a lui, ma rivedendo questi film oggi, sinceramente mi sento un po’ a disagio con tutta questa morale cattolica, anacronistica e utrareazionaria. In molti episodi uno tifa davvero per Peppone e vorrebbe vedere Don Camillo scornato, ma si sa che i rossi sono sempre deficienti e i cristiani sempre vincitori.

Tutti attoroni comunque, di un calibro e stampo che ormai non li fanno piu’ cosi’. nei film, Peppone mi risulta comunque piu’ simpatico e umano di Don Camillo.

Da dimenticare -almeno per me- il remake con Terence Hill

A prescindere dall’ideologia, il ciclo cinematografico dedicato a Don Camillo e Peppone sta comunque in piedi (e si fa gustare ancora oggi) grazie agli attori, poche balle. E il doppiaggio di Carlo Romano, su Fernandel, aiuta non poco. In quanto a Cervi, lui era veramente un attore titanico (e doppiatore di qualità, non scordiamolo). Vero poi, che a dispetto dell’aria spesso arcigna e incazzosa, il sindaco spesso risulta più simpatico del pretone, a volte “forzatamente” messo in buona luce (divina?). Insomma, davanti alla Storia (e questi film, nel bene e nel male, lo sono), grande rispetto…
P.S. “Il compagno…”, nonostante venga spesso definito il film peggiore, offre comunque vari spunti interessanti, e ha un finale memorabile. Del film di Hill è meglio tacere…

infatti non critico gli attori, anzi, Fernandel ha conquistato meritoria fama grazie a questi film, e Cervi ha ulteriormente confermato il suo talento. Niente da dire sugli attori e i comprimari che rispecchiano fedelmente le storie brevi dei libri.

E’ chje questi film proprio a causa dell’ideologia ormai superata, risultanto molto piu’ invecchati che altri. Per gente di una certa eta’ possono avere un ancora un significato e un senso di amarcord, ma per le nuove generazioni totalmente prive di idelogie politiche o religiose, possono risultare dei mattoni incredibili.

Gino Cervi si doppiava da se nei film della serie?

Non ricordo se li ho visti tutti ma in quelli che ho visto si doppiava assolutamente con la sua voce.

Sì, assolutamente! Ho visto “nomoni” della storia del cinema doppiati (in un film, addirittura, Gassman da Emilio Cigoli!), ma Cervi l’ho sempre sentito con la sua bella, inconfondibile voce “pastosa”…

in che consisterebbero le differenze tra le due versioni?

vari microtagli e modifiche audio, ad esempio durante la scazzottata per il nome del bambino non si vede Peppone andare al tappeto nella versione nostrana.

Un articolo interessante su tagli, modifiche e censure…finalmente chiarito anche il mistero dell’immagine della locandina tedesca.

qui il link originale http://gazzettadireggio.gelocal.it/tempo-libero/2017/12/13/news/l-attentato-a-don-camillo-censurato-da-julien-duvivier-1.16237299?ref=hfrerebt-1

Rivisto in nottata dopo qualcosa come venticinque anni.
Sarà che da ragazzino lo conoscevo fotogramma per fotogramma e ci sono affezionato, ma continuo a trovarlo delizioso.
Indubbiamente c’è l’impronta ideologica di Guareschi, ma qua e là anche i personaggi più reazionari (oltre al protagonista anche la vecchia maestra e la giovane rampolla Filotti) hanno delle battute di apprezzamento per Peppone e i suoi (in più occasioni viene sottolineato l’egoismo del Filotti e degli altri proprietari terrieri in contrapposizione alla miseria del popolo). Francamente non ricordo se sia una caratteristica presente già nei racconti (ne dubito), son passati trent’anni da quando li lessi, o se sia un elemento introdotto in sceneggiatura; comunque non ci ho visto questa condanna totale verso “i rossi” che altri hanno sottolineato nei post precedenti.
È invece l’umanità dei personaggi al centro della vicenda, e lo stesso Don Camillo non è certo dipinto come privo di contraddizioni.
Cinematograficamente che dire? Una regia senza guizzi al servizio di Fernandel e Gino Cervi. Solitamente bado più all’immagine che alle interpretazioni, ma di fronte a un film del genere è bene non cercare le finezze visive e godersi la grandissima prova attoriale dei due mattatori.