Ambientato in un futuro non molto lontano con l’umanità prossima al sovrappopolamento, un’azienda farmaceutica norvegese, pone come soluzione al problema l’ipotesi della miniaturizzazione dell’essere umano, confinandolo in microcomunità con tutti i vantaggi che ne conseguono, vita agiata, costo proporzionale di materie prime e impatto ambientale zero.
Parte come un buon film di fantascienza, ottimi effetti speciali situazioni divertenti, soprattutto nella prima parte, il secondo tempo si perde, come se a un certo punto avessero finito le idee, si deraglia completamente, poi saranno gusti ma per me è stato così, il tutto rovinato ulteriormente da un doppiaggio italiano a dir poco imbarazzante, soprattutto quando si parla di accenti stranieri, lo stesso dicasi per il “sottotitolo” italiano: “vivere alla grande”, sempre partendo dal presupposto che per l’italiano medio il termine “downsizing” è troppo complesso.
Merita una visione, magari solo del primo tempo.