Tra i loro film più celebri, “La guerra lampo dei fratelli Marx” è per me quasi un’esperienza fisica; alla fine della visione mi sembra di essere stato su una giostra.
In poco più di un’ora di pellicola assistiamo all’ascesa al potere di Rufus T. Firefly, presidente di Freedonia, e alla guerra contro il confinante stato di Sylvania.
Groucho è il solito leggendario mattatore ma anche quando sono in scena insieme l’italiano Chico e il muto Harpo è uno spettacolo di trovate, fermento e dettagli.
La mia parte preferita è la guerra finale: rocambolesca, incalzante, solennemente comica.
Film da guardare rigorosamente in lingua originale - i sottotitoli italiani non riescono a stare al passo – ma comunque meglio guardarlo sottotitolato in italiano che doppiato.
Ed è meglio guardarlo doppiato che non guardarlo affatto.
Ci siamo capiti.
Parliamoci chiaro, o hai una conoscenza dello slang americano degli anni trenta pressoché perfetta o parecchio ti sfuggirà. Non c’è niente da fare. Molti giochi di parole sono letteralmente intraducibili sia in italiano che in qualsiasi altra lingua e credo che chi realizzò l’edizione italiana (tra l’altro il film in Italia mi sembra di ricordare che arrivò soltanto in televisione nel 1967 perché prima venne vietato dal regime fascista e poi nessuno pensò di recuperarlo) tutto sommato fece un buon lavoro. Mi indispettisce il 7.8 dato sul l’IMDb quando dovrebbe essere un 10 pieno.
Ammetto di non aver ben presente il doppiaggio italiano; immagino che il più intraducibile sia Groucho, mentre Chico perde la caratteristica dell’accento italiano - sostituito da quello meridionale, credo.
La coppia Harpo-Chico a me ha sempre fatto ridere più di Groucho, e Harpo è il mio preferito - neanche Groucho riesce a tenergli testa quando sono insieme, è semplicemente inarrestabile e inaggirabile.
Pensavo di averne scritto qui in forum qualche mese fa, quando lo vidi (ahimé per la prima volta) proiettato in pellicola alla cineteca.
Difficile parlarne dettagliatamente ora, quando il ricordo non è più fresco.
Quello che mi è rimasto è l’idea di un’irrefrenabile pellicola senza un attimo di tregua, satura fino a traboccare sia di divertentissime trovate nonsense, sia di comicità satirica che colpisce in pieno i bresagli a cui mira. Risate a profusione fino a restar piegati senza respiro, c’era in sala una signora che rideva così tanto che in certi momenti ho pensato che fosse sull’orlo del colpo apoplettico e temevo che la proiezione finisse in tragedia con l’arrivo dell’ambulanza.
Concordo sul fatto che, in questo film, dei tre sia Harpo (con le sue gag così surreali ed umorali) il personaggio che a distanza di tempo mi è rimasto più impresso.