El Techo de Cristal (Eloy de la Iglesia, 1971)

Gialletto iberico che ho appena tradotto e sottotitolato, si svolge nella torrida campagna spagnola nel sole d’estate.
Molto debitore di certo giallo italiano anni 70 vagamente pruriginoso sui triangoli amorosi, ritroviamo quel sapore di sudore e polvere tipico di tanti film spagnoli d’epoca

In una sorta di cascina in campagna vive uno scultore single che affitta a 2 coppie di giovani sposi, La bella e maliziosa Julia e la sognatrice Marta. Entrambe trascurate dai mariti sempre via per lavoro
Marta, nella noia della solitudine di giornate tutte uguali, inizia a fantasticare sull’amica e vicina di casa Julia, sospettando che abbia ucciso il marito per godersi vari amanti. Saranno solo sue fantasie o qualcosa di vero c’è?

Il film non brilla per ritmo, nè tensione…si muove come la vita di Marta. Ovvero a piccoli passi, tra giornate scandite da monotono quotidiano, il mistero si disvela piano piano, i tasselli vengono aggiunti a poco a poco con una certa maestria. De la Iglesia riesce davvero con pochissimo a creare interesse attorno ad una vicenda che per la maggior parte del tempo racconta di normali casalinghe annoiate, ma fedeli
La banalità della realtà quotidiana
la parte giallo-mistery ovviamente c’è e anche un doppio twist finale che ripaga le attese di una visione che attende solo un grande finale per esplodere. E il gran finale direi che arriva ed è anche piuttosto inaspettato.
Per il resto c’è una bellissima Patty Shepard dai soliti occhi glaciali, ma se vi aspettate un giallo sexy non siamo da quelle parti.
Così come manca la bassa macelleria e non c’è il classico assassino che miete vittime
E’ un giallo più sussurrato che si basa tutto addirittura sul chiedersi se un omicidio ci sia davvero oppure o no.
Io credo che una visione la meriti