Elezioni USA : Obama presidente

http://www.gennarocarotenuto.it/4344-gimme-hope-obama/

[i]È andata! Peccato non aver retto tutta la notte in piedi, a godersi Fede che segnava gli stati vinti da Obama con dei batuffoli di cotone.

Dopo la sconfitta, caos nel partito repubblicano. “Sono pronto a tornare in pista” ha dichiarato Giorgio La Malfa.

Il nuovo presidente ha 47 anni. Hanno fatto notare a Berlusconi che Obama potrebbe essere suo figlio e lui ha risposto “Può darsi, nel ‘60 sono passato da quelle parti”.

Ora che è finita, però, diteci la verità. Joe Biden non esiste, vero?

Il PD italiano festeggia. Sembrano quei tizi che si vedono nei telegiornali, che stappano lo spumante dopo che è uscito il sei al superenalotto: cantano e ballano, ma non hanno vinto un cazzo.

Anche Veltroni ha fiutato il cambiamento del clima politico. Si è iscritto a un solarium.

A destra invece ci si divide tra i moderatamente soddisfatti, i moderatamente insoddisfatti e Maurizio Gasparri, che oggi ha dichiarato che “Al Qaeda sarà contenta” dell’elezione di Obama. Gasparri, se vuoi veramente far ridere un terrorista, mandagli la tua legge sul sistema radiotelevisivo. O una tua foto.

(Gasparri comunque può anche risultare simpatico. Se hai passato il pomeriggio con Vittorio Feltri, ad esempio)

Una domanda per Obama. Ci invadete spontaneamente o dobbiamo proprio rifarlo tutto, il fascismo?

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roffelz

ALLARME VIOLENZA SOPRATTUTTO AL SUD MA ANCHE IN STATI LIBERAL
L’effetto Obama scatena i razzisti
Croci bruciate, insulti, fantocci impiccati, attacchi ai neri e ai fan bianchi di Barack

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=43

Croci bruciate, fantocci impiccati, lotterie sull’assassinio del presidente, aggressioni e ogni sorta di insulti razzisti, a volte lanciati anche da bambini: è il ritratto della galassia dell’intolleranza contro gli afroamericani che il «Southern Poverty Law Center» di Montgomery, in Alabama, documenta in un rapporto che enumera quanto avvenuto dall’indomani della vittoria di Barack Obama nelle elezioni americane.

Si tratta di «centinaia di incidenti», come scrive Mark Potok, il direttore dell’«Intelligence Project» che ha curato lo studio, avvenuti «dalla California al Maine» anche se concentrati in gran parte degli Stati del Sud con un’ondata di atti di razzismo, frutto della reazione dei settori più intolleranti a un risultato elettorale non gradito.

Sfogliando le pagine del rapporto ci si immerge in una realtà di odio contro gli afroamericani che i maggiori mezzi di informazione in America tendono a minimizzare. A Snellville, un piccolo centro della Georgia, Denene Millner ha visto la figlia di 9 anni tornare a casa in lacrime dopo essere stata insultata da un coetaneo bianco che sullo scuolabus le ha detto: «Spero che Obama sarà assassinato». La stessa notte la cognata di Millner ha avuto il giardino devastato da vandali che, divelti alcuni simboli di Obama, le hanno lasciato due cartoni di pizza contenenti feci umane. «Non posso certo dire che tutti i bianchi di Snellville siamo malefici e anti-Obama, ma quanto avvenuto mi fa sorgere dei dubbi su che cosa abbia in mente chi compie tali gesti» ha dichiarato la Millner ai ricercatori del «Center» di Montgomery, che hanno raccolto da Grant Griffin, donna bianca di 46 anni della Georgia, questa testimonianza: «La nostra nazione è in rovina, l’elezione di Obama è solo il culmine di un processo in corso da decenni, l’unico vero cambiamento necessario sarebbe stato deportare tutti i membri della Chiesa di Obama».

Sempre in Georgia, a Covington, il giorno dopo il risultato elettorale un liceale afroamericano è andato a scuola con una maglietta di Obama e il preside l’ha sospeso. La madre Eshe Riviears ha reagito rassegnata: «Piaccia o meno, siamo nel Sud e non ci sono molte persone felici di come sono finite le elezioni». Di fronte a tali testimonianze William Ferris, direttore associato del Centro di studi per il Sud all’Università della North Carolina, spiega che «la vittoria di Obama costituisce il più profondo cambiamento razziale nel Paese dai tempi della Guerra Civile, con il risultato di scuotere le fondamenta secolari della società».

Proprio all’Università statale della North Carolina un gruppo di studenti ha ammesso di aver scritto insulti anti-Obama nel «tunnel della libertà di parola» dell’ateneo. Uno di questi graffiti recita: «Spariamo in testa a quel negro». A Standish, in Maine, un supermercato ha organizzato una singolare lotteria: si può scommettere un dollaro sull’assassinio di Obama «accoltellato, ucciso da una pallottola, da una bomba lasciata sul ciglio delle strada o freddato in qualsiasi altro modo». Il nome del concorso è «Poligono Osama-Obama» e a fianco è stata apposta la scritta «speriamo che qualcuno vinca». Sempre in Maine, uno degli Stati politicamente più liberal dell’America, nell’isola di Mount Desert sono stati trovati dei fantocci neri appesi agli alberi.

Nel capitolo delle offese giunte da minorenni anche lo scuolabus di Rexburg, in Idaho, nel quale i bambini si sono messi improvvisamente a cantare «Assassinate Obama». Scritte razziste sono state trovate in molte metropoli, da Los Angeles dove l’invito-insulto «Tornatevene in Africa» ha coperto auto e marciapiedi, a Long Island. A New York un ragazzo nero è stato aggredito proprio durante l’Election Night da quattro bianchi che, agitando mazze da baseball, gridavano «Obama, Obama». Nella fenomenologia del razzismo post-elettorale numerosi gli episodi di croci bruciate, emulando uno dei riti più conosciuti del Ku Klux Klan, com’è avvenuto a Hardwick, in New Jersey, e a Apolocan Township, Pennsylvania, nel giardino di casa di sostenitori di Obama. «Ciò che accomuna tali azioni razziste - commenta il sociologo B.J. Gallagher, autore del libro “Un pavone nella terra dei pinguini” - è la volontà di vendicarsi contro qualcuno che assomiglia al nemico al quale non è possibile arrivare». Ecco perché le protezioni di Fbi, servizi segreti e polizia attorno a Obama continuano a rafforzarsi: nessun presidente è mai stato oggetto di tante minacce.
Maurizio Molinari - CORRISPONDENTE DA NEW YORK

Cominciamo a farlo lavorare, prima.

Ora che ha iniziato a lavorare che ne pensiamo?

Al momento non mi dice nulla di particolare. Tanti bei discorsi, ma aspetto di vederli concretizzare; in primis la riforma del sistema sanitario. Sull’intervento militare in medio oriente, direi che è quanto mi aspettavo e quanto lui stesso aveva lasciato presagire.

la riforma sanitaria proposta da obama è un qualcosa che per gli europei è tra lo scontato e il ridicolo, per gli americani assomiglia invece alla più grossa rivoluzione interna dai tempi della guerra civile

se per un europeo, almeno tra gli occidentali, non è mai stato in discussione il fatto che l’assistenza medica dei propri cittadini, ottima o merdosa che sia, è l’abc del vivere civile, per gli americani è pacifico che se non hai soldi per curarti crepi con buona pace di tutti

in questo senso obama si trova contro trasversalmente non una lobby ma almeno una cinquantina, che questa riforma può sensibilmente migliorare il welfare americano e costare meno di una delle tante avventure militari in cui bush e i suoi predecessori hanno imbucato gli usa è persino irrilevante

ci vorrà un fottio di tempo per realizzarla… non basterà il suo mandato per farla se non l’accoppano prima e probabilmente manco il prossimo se lo rieleggono

però sta tenendo fede alle sue promesse senza arretrare di un centimetro e già questo lo trovo apprezzabile

Perché? Ha iniziato a lavorare? E quando sarebbe successo??? :?

Ecco, questa era l’impressione anche mia.

Yes we gat

Una compagnia svizzera di trasporti su camion ha come motto “Yes, we can!”

Sulla provinciale per Crespellano un contadino ha messo il cartello “YES WE FRUIT”

Mi sono un po’ rotto il cazzo :swat: :cuc:

vi è anche che il concetto di “lavorare” applicato al presidente della più grossa superpotenza mondiale assume toni un pò diversi dal resto della popolazione sul pianeta

invadere un paese può far sembrare che un presidente usa “lavori” più alacremente, mentre se fa due chiacchiere con un capo di stato notoriamente birichino dicendogli “eddai togli quei cazzo di missili nucleari che hai puntato in giro” può far sembrare che lavori molto di meno, ma però…

E mandare 30.000 soldati in più in afghanistan invece si configura come lavoro o come passatempo?
http://www.newnotizie.it/2009/12/08/obama-annunzia-oggi-linvio-di-30-000-soldati/

e non aderire al trattato contro le mine antiuomo mi spiegate come si concilia con il premio nobel per la pace che gli consegneranno in questi giorni?
http://www.corriere.it/esteri/09_novembre_25/usa-mine-antiuomo-ennio-caretto_e398bf22-d9ab-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml

Come dice un mio amico “da grandi poteri derivano grandi responsabilità…”, ma a quanto pare è una regola che non vale per i presidenti degli stati uniti (e - ovviamente - per l’attuale presidente del consiglio italiano)…

ivi premetto non sono uno di quelli che è andato in giro a suonare il clacson che avevano eletto obama nè mi sono fatto la foto con la solarizzazione rossa e celeste nè vado in giro a dire yes we can e cose simili

semplicemente credo che obama per realizzare ciò che ha promesso ha bisogno di mooolto tempo, e trovo apprezzabile che comunque non si sia al momento rimangiato tutto sulla questione sanità che pure gli farebbe comodo rimangiarsi tutto

adesso, nei pantani di afghanistan e iraq non ci si è messo dentro lui

ovvio che chi l’ha votato lo ha fatto anche per farsene tirare fuori, ma non è semplice nè rapido manco fare quello, e ricordiamoci comunque che se l’invasione dell’iraq è stata a tutti gli effetti un’azione del tutto unilaterale in afghanistan non lo è stato perchè, giusto o sbagliato che sia, un avallo l’ONU l’ha dato

altrettanto ovvio è che mandare gli americani a rimettere un posto in pace è come pretendere di curare una graziosa aiuola con un caterpillar… ma anche un certo tipo di mentalità non è che si cambia da un giorno all’altro… queste sono le vere sfide di obama

Per i Trattati serve il consenso del Senato, quindi può fare relativamente poco

Nel discorso di ringraziamento per Nobel ha fatto riferimenti diretti a Gandhi o meglio a quella parte della dottrina pacifista che ammette l’uso della forza militare quando necessario per difendere la collettività

Via libera a nuove centrali negli USA
[SIZE=4]Per Obama il nucleare è verde, ambientalisti scandalizzati[/SIZE]

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=138000

L’esempio americano
[SIZE=4]Per Obama il nucleare è la più importante fonte di “energia pulita” [/SIZE]

http://www.loccidentale.it/articolo/obama+riaccende+il+nucleare:+%22e%27+la+pi%C3%B9+importante+fonte+di+energia+pulita%22.0086453

Certo che con questa uscita ormai Obama si è giocato anche l’ultimo bonus che aveva nei confronti di chi come me lo riteneva una persona intelligente… peraltro darà manforte ai nostri politici pro-nucleare (e infatti Capezzone ha già cominciato a blaterare)

Perchè?
Scusami, Se è quello di IV Generazione …

Scusa Marco ma che c’entra? Il nucleare è una tecnologia obsoleta… e le scorie, anche se di IV generazione, restano assolutamente non smaltibili allo stesso modo di quelle di I generazione

quello di IV generazione è ancora teoria. E poi anche all’interno dei progetti di reattori di IV generazione vanno fatti molti distinguo.
Il nucleare non sarà mai pulito fino a quando emetterà radiazioni e soprattutto scorie che durano millenni.
viene spacciato per pulito perché non emette CO2. un po’ farlocca come motivazione…

Ora come ora i volumi di energia prodotta, nonché il rendimento dell’energia veramente pulita (si parla di fotovoltaici, eolico, idroelettrico etc.) non sono sufficienti per il fabbisogno delle industrie e dei privati. Il nucleare, pur con tutti i suoi difetti e presupponendo uno stoccaggio sicuro delle scorie, è l’unica forma di energia attuale che possa garantire il fabbisogno senza ingenti impatti sull’atmosfera.