Si certo. Ho parlato, molto convenzionalmente di uncut, in realtà si tratta semplicemente di versioni diverse (mi pare impossibile che i curatori del dvd polacco si siano messi a tagliare appositamente le scene zoofile).
Riguardo al dvd Storm, il fatto che come titolo compaia The Degradation of Emanuelle mi fa pensare che si tratti della versione soft (magari quella del dvd uscito in Russia, che se non erro presenta tale titolo) con le scene hard aggiunte. O viceversa potrebbe essere che il dvd russo parte da un master hard (coincidente con quello della Storm) e ne taglia le scene xxx. Ma si tratta solo di un’ipotesi.
direi un’ipotesi molto probabile
quindi alla fine non si sa se la versione storm video contenga queste due scene del cane e del serpente completamente uncut
7080 credo che i post precedenti siano abbastanza chiari.
in questa versione le 2scene coincidono con le 2scene della versione soft.
per me resta, cmq, un’edizione soddisfacente dal prezzo popolare.
Visto nell’edizione Stormovie, quella con inserti hard ma con le scene zoofile versione soft (e meno male, non mi sono mai appassionato troppo ai membri dei cani e dei cavalli!). Ho letto che per alcuni è tra i migliori della serie, se non addirittura il migliore. Insomma, per me alterna momenti piacevoli e divertenti (bellissima la location indiana) ad altri meno riusciti. I dialoghi sono talvolta privi di senso, senza una minima consequenzialità tra botta e risposta (vedi le deliranti chiacchierate in macchina tra Emanuelle e il Presidente del Comitato Onu Aiuti Terzo Mondo). Inoltre, certi accoppiamenti sono veramente estemporanei, quasi come si dovesse arrivare subito al dunque senza un minimo di atmosfera e “preparazione” (vedi la scena lesbo tra Emanuelle e la biondina nascosta nel palazzo del guru indiano, pare proprio buttata lì, senza gusto).
Nella querelle tra Gordiano Lupi (“film trucido ma femminista”) e Marco Giusti (“non è proprio un film femminista, anche se il titolo ci invita a pensarlo”) direi che ha palesemente ragione Giusti. La battaglia contro la violenza alle donne è l’argomento forte del film ma, proprio sfruttando questo tema, si mostrano continuamente scene di stupri e violenze, ed il confine tra voyeurismo e j’accuse si fa labile. Anzi, in tutta onestà, credo proprio che a D’Amato della violenza alle donne e della tratta delle bianche fregasse un par di cippe, e che semplicemente, sui tardi anni ‘70, un argomento del genere donasse una parziale giustificazione a pellicole del genere, oltre ad offrire lo spunto per far vedere tanta robba.
Il giochino si smaschera facilmente in scene come quella degli stupri nella villona romana: le donne vengono denudate e bendate, quindi sopraggiunge il capo (quello tutto deturpato che pare uno zombie) e le possiede a piasèr. All’ennesima violenza, la malcapitata posta a pecorina, dapprima si dibatte e si dimena inorridita, ma progressivamente mostra di apprezzare lo stupro finendo col far moine e leccarsi voluttuosamente le labbra. Lì c’è la solita vecchia idea maschilista che alle donne, in fondo in fondo, piaccia comunque, anche se le violenti, e direi che bisognerebbe provarci a mettersi a pecora, farsi stantuffare alla cieca da un troll, e vedere quanto la cosa sia apprezzabile.
Splendida come sempre Karin Schubert, mentre ho trovato ridicolissimo quella specie di John Lennon de’ noantri che fa la guida a Emanuelle in India…ma dove l’hanno trovato?!
Mi è venuta voglia di riguardarlo…
Cazzo, D’Amato girava davvero da dio, se ispirato riusciva ad ottenere il massimo da ciò che aveva a disposizione nonostante i suoi budget ridotti. Qui qualche soldino che girava c’era, ed ha avuto la possibilità di avere un sufficiente numero di comparse per le suggestive scene di sesso collettive e una serie di location affascinanti in giro per il mondo che ha sfruttato nel miglior modo possibile.
Bellissima l’inquadratura della danza nel capannone abbandonato, con la modella attorniata dai barboni e sullo sfondo il crepuscolo che avvolge New York e il ponte di Brooklyn.
O la magnifica sequenza nel sontuoso palazzo indiano, con un carrello che esplora tutti gli anfratti del grande salone ricolmo di coppie di amanti, fino a mostrarci sullo sfondo uno ieratico Montefiori/Guru che supervisiona sornione la scena.
Il film ha davvero un ottimo ritmo, non perde mai un colpo, incalza e diverte, il tutto in una confezione curata ed elegante che rende sempre gradevole la visione.
Le varie microsequenze hard che fanno capolino qua e là per qualche frazione di secondo non sono per niente forzate e si integrano perfettamente nella storia, rendendo la vicenda ancora più solida ed efficacemente vera, concreta, tangibile.
La versione italiana la immagino pesantemente sforbiciata, ma quella integrale è di raro trucidume a dire il vero. Anche se la canzone dei titoli di testa mi piace molto.