Emilia Pérez (Jacques Audiard, 2024)

Città del Messico. La avvocatessa Rita (Saldana) sfruttata e sottopagata viene contattata da una misteriosa voce che la invita ad aspettarla vicino un’edicola. Improvvisamente viene rapita e col volto coperto viene portata per quelli che si presumono essere centinaia di chilometri (usano anche un aereo). Arrivata a destinazione entra dentro un camion dove incontra il pericolosissimo e potentissimo ‘signore’ della droga Manitas (Gascon) che le fa una singolare richiesta: in cambio di 2 milioni di dollari (che le verranno regolarmente consegnati) cercare un chirurgo che lo faccia diventare donna. Questo nonostante sia sposato con Jessi (Gomez) e abbia due figli a cui è molto affezionato. Dopo aver girato mezzo mondo, grazie ai soldi di lui, riesce a trovare un chirurgo a Tel Aviv che dopo alcuni dubbi accetta di operare l’uomo (che già ha cominciato una cura ormonale da due anni). Grazie alla falsa notizia che è stato ucciso da un concorrente adesso per tutti lui è diventato la bella Emilia Perez mentre moglie e figli vengono trasferiti sotto falsa identità in Svizzera. Sembrerebbe finita lì, ma… Il film di Audiard parte come una cannonata (i primi 35 minuti raccontati), poi pur rimanendo interessante il ritmo si sbrillenta e una ventina di minuti in meno avrebbero giovato. Molto brava la Saldana oltretutto ottima cantante (il film in parte è un musical a tutti gli effetti). E devo ammettere molto meritato il premio a Cannes per la miglior attrice a Karla Sofia Gascon che non ho capito se è un ex uomo o ancora tiene il bigolo che per i primi 35 minuti recita totalmente truccato da uomo recitando con una voce molto cupa e roca che non so però se sia la sua. Comunque brave tutte e tre. Si parla e si canta soprattutto in spagnolo ma anche in inglese. È già disponibile perché negli Stati Uniti è passato direttamente su Netflix mentre da noi la Lucky Red in uno dei suoi colpi di genio lo distribuirà solo dal prossimo 5 gennaio (in Francia è uscito il 21 agosto scorso) forse illudendosi di ripetere il colpo di c… avuto con Wenders e Miyazaki (non che non lo meritassero ma davvero credo sia una cosa irripetibile e comunque nel caso di Wenders la distribuzione fu decisamente più rapida il che ha portato una volta in sala a non trovarlo già in rete). Senza considerare che da noi i musical non funzionano granché a parte rari casi. Comunque da vedere (e da sentire) in versione originale. Assolutamente. Belle le canzoni oltretutto. Record di durata complessiva dei loghi di produzione (in tutto undici): 1’25"!

Carlos/Karla

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E’ un titolo che mi incuriosisce
La componente musical è molto presente?

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Si, decisamente. Di originale c’è che le canzoni iniziano sempre dove (non è un caso che ho scritto ‘dove’) meno te l’aspetti.

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