Eyes Wide Shut (Stanley Kubrik, 1999)

Io sono umile, non ho alcun ego smisurato, ma sono solo appassionato per dell’oggettività, e quindi parlo solo del film.

“Conoscere” significa “cominciare ad accorgersi” e quindi cambiare opinione, non c’è nulla di male.

Anche Stanley Kubrick, oltre a noi del forum, aveva questa ossessione per la divulgazione.

Eyes Wide Shut è il suo ultimo grido d’allarme, nei confronti della nostra quotidiana poca attenzione verso la realtà.

Stiamo infatti diventando le macchine tristi umane e non umane di A.I., in cui gli altri sono percepiti come inutili, nella presunzione di sapere già tutto.

Già questa sola “intenzione di assolutezza” nell’uso della propria mente rende Eyes Wide Shut un capolavoro unico.

L’imperfezione del montaggio o anche il rimaneggiamento post mortem non modificano lo status di capolavoro totale.

Mai amato particolarmente questo film, anche se riconosco che momenti suggestivi (la cerimonia orgiastica su tutti) li ha. Francamente non capisco perchè un capolavoro non dovrebbe essere capito dai contemporanei: e il discorso di Hitchcock sul “film puro” che avrebbe commosso gli spettatori? In base a tale teoria, Psyco avrebbe dovuto rivelarsi un fiasco al botteghino per venir rivalutato dai posteri. Non è stato così, mi sembra.

Balle. Il montaggio è tutto, modificarlo significa stravolgere gli intenti del regista. Riguardati la director’s cut di Sierra Charriba e mi saprai dire. La theatrical version era caruccia, ma il montaggio originale…

Il successo al botteghino non è indice di comprensibilità da parte dei contemporanei perchè è la semplice conseguenza di quanto è potente il tuo distributore, e Psyco non è paragonibile come grandezza per stile, temi, contenuti, ricerca linguistica, senso universale, a nessun film di Kubrick.

Anche Eyes Wide Shut deve la sua popolarità e le discussioni nel merito proprio alla forza della sua distribuzione.

Diversamente sarebbe un film poco noto al più ampio pubblico quindi rivalutato e riabilitato dopo decenni come già accaduto a molti film del passato.

Sorry, ma è necessario copiare tutto il concetto:

"Già questa sola “intenzione di assolutezza” nell’uso della propria mente rende Eyes Wide Shut un capolavoro unico.

L’imperfezione del montaggio o anche il rimaneggiamento post mortem non modificano lo status di capolavoro totale."

L’intenzione speciale di questo film lo rende capolavoro anche se il montaggio, che comunque è tutto solo nei film che possiamo definire “di montaggio” e non in Eyes Wide Shut, lo ha fatto un altro e “non ti piace”.

…Non ha importanza, a mio avviso, che Pollack non sia stato una prima scelta. la Sua interpretazione, infatti, è Impeccabile…
…Ottimo e Puntuale, peraltro come sempre e da Pollack Regista-Appassionato di Kubrick, Pollack anche nei Godibilissimi Extra (del dvd e del Bluray Warner, entrambi con cover nera)…:slight_smile:

…Il Tuo Autentico e Spontaneo Modo d’Approccio ai film, Con il Cuore e le Emozioni prima che con la testa, anche in questo caso è Apprezzabile giacché ritengo che (stavolta, più che mai) dovrebbe essere bandito ogni intellettualismo per Godere a Pieno di un’Opera Onirica ed Emozionale Senza Eguali che (credo) non abbia lasciato indifferenti neppure i detrattori (sia all’uscita delle sale che, probabilmente, dopo visioni televisive o da home video) ugualmente rapiti in tale Impianto Visivo ed Emotivo Comunque Coinvolgente…:oops:

Ma quindi il film contenuto nell’edizione 2DVD è più corto rispetto alla versione Blu-Ray?

Dato che il doppio dvd non funzionava più, mi sono preso la versione BD del film…
http://www.amazon.it/Eyes-Wide-Shut-Nicole-Kidman/dp/B0041KW51M/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1349098439&sr=8-2

…ma come si vede da queste immagini, il video non è molto esaltante:
http://www.blu-ray.com/movies/Eyes-Wide-Shut-Blu-ray/509/#Screenshots

Io lo vidi al cinema, uno dei pochi film di Kubrick visti in sala e, premettendo da subito che a me questo regista, seppur grandissimo, non mi è mai piaciuto molto… assistendo a questo, devo dire che, non lo trovai un granchè bello… poi lo rividi in dvd, ma, neppure la volta successiva mi piacque… per cui, come ripeto… se devo vedere un film di questo regista, ne scelgo uno tra quelli che mi sono piaciuti come, “Shining”, il mio preferito… , “Orizzonti di gloria”, “Lolita” e “Full Metal Jacket”, ma solo la parte post addestramento, in quanto la prima sarà eccezionalmente realistica… ma dopo un po la trovo insopportabile!!! :oops:

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Ho già scritto pagine indietro che il film per me è bellissimo, ma oltre a questo c’è qualcosa di personale che mi lega a quest’ultima opera di Kubrick.

No tranquilli, non ho mai partecipato ad orge con fotomodelle strafatte di coca… purtroppo. Ma ricordo bene la corsaccia folle dopo il lavoro fatta per cercare di entrare al primo spettacolo serale del primissimo giorno in cui il film uscì da noi, venerdì 1° ottobre 1999, e la delusione per il tutto esaurito che mi portò a tornare a casa con la coda tra le gambe. Tornai alla carica ovviamente il giorno dopo, il 2 ottobre al primo spettacolo del pomeriggio al cinema Odeon, presentandomi 2 ore prima per prendere il biglietto e cazzeggiando poi in centro a Milano in attesa che si facesse l’ora.
E poi la visione in sala 1, una figata pazzesca a quel tempo… anche oggi, immagino. Uscii stordito e quasi senza parole, meno male che non c’era GdR allora sennò avrei scritto chissà quante puttanate, di cui vergognarmi chiaramente oggi come un ladro.

Quando poi comprai il primo lettore dvd, nel 2001 a gennaio mi pare, EWS della Warner bros fu il primo dvd comprato in assoluto, insieme al lettore. 44.900 lire tra parentesi, porca mignotta quanto costavano i dvd dieci anni fa.

Oggi una roba del genere non la farei più per un film, per nessun film.

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Probabilmente non il film migliore di Kubrick, sicuramente non il mio preferito, ma decisamente quello che ho visto più volte e che più mi piace rivedere.

Trovo in questa pellicola un qualcosa di confortevole oltre che minaccioso.
È una delle tante dicotomie e contrasti di cui vive il film, o almeno fa vivere a me come spettatore.
Dal momento in cui Tom Cruise esce di casa per andare dal paziente deceduto, il film scivola in un’atmosfera sognante (uso questa parola non a caso) e riesco a vivere tutto in prima persona – ma anche con un leggero distacco (altra dicotomia) in una New York ricreata in studio, tanto larga, spaziosa e a volte minacciosa negli esterni, quanto stretta, quasi soffocante ma sicura negli interni (la casa della prostituta, il caffè in cui si rifugia Cruise quando si accorge di essere seguito).

La Kidman qui è bellissima, la vediamo rimirarsi nuda tra il dubbioso e il compiaciuto; è bellissima nuda, vestita, in intimo, con gli occhiali, senza, ma è anche una moglie noiosa, annoiata, frustrata, così vanitosa da non riuscire ad allontanarsi dalle lusinghe del tizio ungherese alla festa (uno dei personaggi più viscidi che io abbia mai visto in un film).

Marito che sembra un tipo a posto, tra parentesi, e secondo me Cruise è perfetto nel film.
È ordinario e straordinario, è una persona ragionevole e compie scelte assurde.
Qualcuno nel thread ha scritto che non si era mai accorto di quanto fosse nano prima di vederlo in questo film.
È vero.
In effetti Cruise (che comunque nano non è) qui è sempre il più basso, ovunque vada, anche rispetto a tutte le ragazze che incontra. Praticamente solo la figlia è più bassa di lui.
Basso, ma impettito, solido, elegante, ha quella sicurezza che gli deriva dall’essere un giovane uomo di successo ma è anche sempre a un passo dal perdere la virilità, per esempio dopo l’incontro coi ragazzotti che lo spintonano e gli danno del frocetto.

E lui cade, si rialza, mostra ovunque il tesserino da medico come fosse un distintivo della polizia, sa che gli dà rispettabilità, e allo stesso tempo serve a ottenere fiducia, e confidenze.
È anche benestante, ha un portafogli bello gonfio di contanti, eppure vediamo che c’è gente molto più ricca e potente di lui. Gente che organizza strane feste a cui lui non è invitato.
Sarà per questo che fa di tutto per entrarci? O è solo poco lucido? Arrapato?
Probabilmente tutto questo insieme.

E lui ci gira intorno al sesso, come un cane intorno alla femmina. E come un cane viene scacciato, vuoi da una pedata vuoi da una secchiata di acqua fredda.
Questo è anche un film in cui veniamo continuamente spinti verso un qualcosa che poi non si palesa, non si spiega, non va fino in fondo.

Kubrick dà l’impressione di poterci guidare verso una qualsiasi delle direzioni del film, se solo volesse.
Ma non vuole, non è ciò che vuole fare.
In realtà mi sembra di vederlo sogghignare tra un fotogramma e l’altro, ho la sensazione che si sia divertito a girare questo film.
Perché questo è anche un film divertente, secondo me.

Ed è anche un film che nonostante le due ore e mezza di durata mi fa desiderare che continui, ho voglia che succeda qualcos’altro, perché è successo tanto e poco, o forse è stato solo un sogno (doppio).

Il film ha una impostazione simile alle tecniche di ipnosi: rilassa per poi rivolgersi all’emisfero destro con suggestioni e stranezze, enigmi che non abbiamo il tempo di risolvere perché si parla d’altro e forse in fondo non è successo niente, era una festa innocua, la ragazza è morta di overdose, la moglie ha solo sognato e lui in fondo non l’ha tradita, ora andiamo a comprare i regali di Natale per la bambina.

E alla fine non voglio neanche parlare di tutti i simbolismi esoterici nascosti o meno, mostrati o meno, voluti o meno, di tutte le interpretazioni, i dettagli, i complottismi - la tentazione sarebbe forte - ma sono consapevole che in un modo o nell’altro il film possa volutamente spingere alle seghe (mentali, ça va sans dire) solo per poterci poi sfottere e dirci che in realtà dovremmo fottere, come si premura di suggerire Nicole Kidman nella battuta finale.

Battuta che però in italiano perde quella potenza che ha in lingua originale, perché è innegabile che non si possa che apprezzare con un sorriso il fatto che l’ultima parola dell’ultimo dialogo dell’ultima scena dell’ultimo film di Kubrick sia un meraviglioso, diretto, tempestivo, sonoro:

fuck

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Altrove, tempo fa, mi è stato fatto notare che nei Paesi anglofoni, Eyes Wide Shut rappresenta un nuovo modo di dire indicante una persona che pur avendo gli occhi aperti è incapace di vedere la realtà dei fatti. Non ho nessuna difficoltà ad accettare questa interessante osservazione, osservazione che, però, non cambia la sostanza delle cose: tutta la vicenda narrata è sogno (come risaputo, il titolo italiano del romanzo di Arthur Schnitzler è, appunto, Doppio sogno – sogno dell’uno nei confronti dell’altra). Gli occhi di entrambi i coniugi sono, appunto, completamente chiusi (1). Proprio come avviene durante il sonno.

Allora, su questo punto leggo spesso in giro e sento diversi commenti: il film conterrebbe “messaggi esoterici”… Non ne sono così convinto: più che di matrice esoterica – esoterismo è un termine stra-abusato e utilizzato a sproposito, ormai, un po’ in tutti i settori della vita ordinaria (sbaglierò ma non mi pare fosse materia di Schnitzler) – e concordando con l’opinione di tanti, Eyes Wide Shut mi sembra un film basato sulla psicologìa di coppia. L’aspetto misterico del film, con le sue atmosfere tenebrose, suggerisce proprio il fatto che nessuno sia ciò che appare “alla luce del Sole”. Niente è reale, assodato, scontato, tutto è (auto)inganno in un mondo in cui ogni cosa, ogni individuo, possiede un lato oscuro, invisibile (occulto) agli occhi dell’altro. I due, messi a nudo, si guardano tramite lo specchio perché non vedono realmente sé stessi ma solo l’immagine, l’idea, che ciascuno dei due ha dell’altro/a. Non persone reali ma personaggi che indossano una maschera (“persona”). Come tutti, del resto.

Uno dei momenti più efficaci del film, infatti, è dato dalla scena del risveglio di lei con accanto non il marito ma la maschera del marito… Pensano di essere tra loro molto intimi, di sapere tutto di loro due e degli altri, di avere tante cose in comune ma pare che proprio così non sia. Forse i due nemmeno si amano veramente, forse “credono” di amarsi ma è solamente il tran-tran della quotidianità con, in più, la presenza della figlioletta a tenerli uniti. Una sola cosa reale (autentica) possono, però, fare tra loro. Ed è Alice a suggerirlo in chiusura di film.

NOTE:

  1. Non sapendo ancora del modo di dire suggeritomi, per farmi un’idea personale del film, presi spunto sia dall’analogia: Wide Open = completamente aperto / Wide Shut = completamente chiuso; sia dalla parola shut-eye , che gli inglesi usano per dire “fare un pisolino”.
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Non so se l’ho già scritto nella mia lenzuolata/flusso di coscienza su - che non mi va di rileggere altrimenti so già che mi metto a editarla pesantemente - ma anni fa su 4chan erano frequenti e molto partecipati i thread di analisi su EWS e pur non dando credito a tutte le teorie strampalate che si leggevano (si parlava per esempio di progetto MKULTRA e alcune di quelle teorie sono anche alla base del famigerato Pizzagate); pur non dandogli molto credito, dicevo, quei thread mi divertivano parecchio.

Questo per dire che è un film che stimola molto l’immaginazione; fatico a considerarlo solo un film sulla psicologia di coppia - per me ha l’atmosfera del sogno, con cadute anche nell’incubo.

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Sì, soprattutto, quelle relative all’ingresso di lui nel castello dove si praticano le orge… Io l’ho sempre visto alla maniera junghiana: non si tratta di un ingresso in una società segreta satanista ma dell’ingresso nell’interiorità del protagonista e/o per essere più precisi, nei suoi àmbiti più reconditi. E quello che vede, lo sconvolge, lo turba.

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