Febbre di sesso prima di uccidere (Adimaro Sala, 1970)

Con Umberto Di Grazia, Pia Giancaro, Patrizia Antinori e Dino Mele.

Film fantasma, prelevato dagli oscuri meandri del catalogo Variety/RTI. Verrà trasmesso Lunedì 11 su Rete4 alle 2.

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La trama lascia presagire un drammone palloso ma l’ambientazione vietnamita potrebbe riservare delle sorprese.

Peccato sia VM18 e verrà massacrato da Mediaset

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Questa si che è una notizia!

Uno dei registi italiani dalle filmografie più oscure, passaggio televisivo da non perdere per niente al mondo!

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Assente sull’imdb, se non mi precede PARZIO provvedo a inserirlo in sti giorni.

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Grazie per il link al pdf - mai sentito di questo film, ma quel avanti e dietro in continuazione con la censura sembra di non finire mai?!

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Trasmesso ieri notte da Rete4 in una versione da 1h 13’, immagine in HD di ottima qualità

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Eroica Rete4 che non solo ha recuperato un film mi pare mai distribuito con un eccellente master, ma ha pure aggiunto digitalmente il titolo originale “Tempo d’Immagine” (anche la scritta FINE è posticcia) e l’ha passato apparentemente integrale!

Il metraggio del visto corrisponde alla durata effettiva trasmessa, e addirittura penso siano presenti pure le parti tagliate in censura (corpi ignudi in totale aderenza ecc.).

Il film è una curiosa time capsule dell’ingenuo cinema impegnato/sperimentale di provincia, con le sue inquadrature sbilenche, le interminabili passeggiate mute per allungare il brodo, il messaggio martellante e termini come “coscienza in scatola”.

Poverissimo, trama stirata all’inverosimile pure un tantino confusa. Sorvolando con buona volontà sui dialoghi, non cade proprio nel ridicolo e mezzo spunto vagamente interessante c’è, ma il protagonista ammazza il film: espressività che Henry Silva al confronto è Jim Carrey, con tanto di primo piano granitico con lacrimone farlocche. Fortunatamente c’è la meravigliosa presenza scenica della Giancaro e della Antinori.

Pessima colonna sonora del Pregadio che prende cinque note e le ripete in continuazione. So già che, vista la cura Ludovico a cui mi ha sottoposto, sto motivetto del cazzo mi resterà in testa per giorni.

Fa simpatia perché c’è il tentativo sentito di strizzare l’occhio alla contestazione americana di fine '60, con tanto di college e pezzo di Joan Baez rubato, ma secondo me vale la pena solo come testimonianza d’epoca.

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Come detto da @Kakyoin alla fine non è poi così male, sinceramente non meritava di sparire così dai radar per 50 anni quando invece ci sono tante altre pellicole di livello inferiore che hanno goduto continuamente di edizioni home video e passaggi tv.

Il film, con tutti i suoi limiti, si inserisce nella corrente politico/contestataria/sperimentale di quegli anni, il linguaggio e la struttura narrativa possono quasi ricordare il Godard dello Dziga Vertov Group. E questa sua ambizione ad appartentarsi con un cinema di quel tipo ci lascia in diverse sequenze incerti, non riusciamo a capire se la narrazione confusionaria, frammentata e fumosa sia intenzionale o meno. Insomma, in certi passaggi non si capisce molto e ti chiedi se l’autore l’abbia fatto apposta oppure no.
Certo, vien da propendere per la seconda ipotesi, anche perché a volta sono addirittura alcuni assunti di base che non tornano proprio e risultano inverosimili (ad esempio: possibile che un combattente del Vietnam che riceve 3 giorni di permesso premio possa andare a passarli a Roma? Non è un po’ controproducente a livello logistico e di tempistiche? Più facile che lo mandassero a svuotare i testicoli in qualche bordello di Saigon secondo me…)
Resta il fatto che alla fin fine il film ha un suo fascino ed una sua coerenza.

A mio giudizio ciò da cui più traspare la semi-professionalità del progetto sono alcuni dettagli marginali ma significativi, come il fatto che ci siano diverse inquadrature (anche primi piani) decisamente fuori fuoco… E sicuramente non si trattava di una scelta stilistica o artistica, bensì di incompetenza nell’utilizzo della strumentazione.

Ultimo dettaglio che voglio mettere in luce, l’incredibile autoreferenzialità di Adimaro Sala, che in una sequenza appende al muro in un’abitazione privata un manifesto due fogli di La pelle a scacchi (come se fosse un film generazionale simbolo alla Easy Rider, che verosimilmente qualcuno avrebbe potuto avere esposto in casa). Vederlo mi ha fatto pensare al titolo del libro di Woody Allen “Citarsi addosso” e mi ha strappato un sorriso.

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Penso che uno che dal Vietnam arrivava a Roma, col cavolo che tornava indietro. A parte questo, pur non avendo visto il film, lo immagino pieno di retorica contestataria. Ma siccome trattare del conflitto laggiù era stare sul pezzo… Però di soldi ne immagino pochi e spostarsi magari nelle Filippine non possibile. E allora…

Esatto, Adimaro lì stava quindi John, Peter e Janet per magia sono in Italia (chissà dov’è girato).

Forse ho peccato di ingenuità nel riconoscergli della buona volontà, in effetti se mi fai vedere ogni centimetro del corpo delle due attrici, non importa se con le pose sghembe da teatro sperimentale, un minimo di furbizia c’è.

La riedizione immagino non sia mai uscita, dal sito dell’Anica non risulta nulla. Titolo truffaldino ma tecnicamente corretto, favoloso.

Ma chi sono questi dipendenti Mediaset che si prendono la briga di fare ste riesumazioni pazzesche? Se ci leggete, chapeau

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È quello che ho pensato anch’io. Altro che ‘tempo d’immagine’

Ma non si riconosce Roma? O sono tutti interni o se ci sono anche esterni sono anonimi?

Per caso, in questo film fanno saltare un coniglio in aria?

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Purtroppo causa orario notturno me lo sono perso, è possibile recuperarlo da qualche parte o tocca sperare in un’improbabile replica futura?

Non mi pare, a meno che mi sia perso qualcosa causa abbiocco (che con questi film è sempre dietro l’angolo!)

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Niente, PARZIO mi ha preceduto anche questa volta :smiling_face_with_tear:

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Sicuramente qualcuno potrà riconoscere il paese, a me non pareva per niente Roma.

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Film micidiale, mi ha lasciato esterrefatto per la sua pochezza narrativa pressoché assoluta.

Detto più volgarmente: non succede praticamente un cazzo per quattro quinti del film, fino al tragico finale in cui il pessimo Di Grazia accoppa un paio di persone.

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disponibile in buona qualità su Youtube

il film ha i suoi lati positivi, soprattutto nell’estetica, ma la sceneggiatura è troppo inconsistente ed è facile addormentarsi

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Ci ho provato in tutti i modi (skip veloce compreso) ma non sono riuscito ad arrivare in fondo. :slight_smile:

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