Questo film su Francesco De Gregori fu presentato anche al festival di Venezia e la cosa mi stupì parecchio perché dai pochi estratti che vennero mostrati in anteprima mi era sembrato un lavoro amatoriale.
Ieri ho avuto modo di vederlo dal dvd 01 e posso dire che la mia impressione è stata confermata al 100%, anzi, se possibile è pure peggio di quello che temevo.
Ci sono però due momenti molto belli, ma andiamo con ordine…
Da grande (grandissimo) appassionato di De Gregori ho accolto questo lavoro con parecchio scetticismo perché non capivo dove volesse andare a parare secondo le intenzioni dell’autore (che peraltro è un giornalista musicale).
E inizia subito malissimo, lo si capisce anche dal font scelto per i titoli (e, credetemi, non sono piccolezze da fissato, uno se ne accorge anche da questi dettagli se un lavoro promette bene o no. Comunque come campanello d’allarme bastava anche solo la cover del dvd).
Il film alterna pezzi live (spesso non mostrati integralmente) e interviste. Sia i concerti che le interviste sono filmate e montate con preoccupante incompetenza. Non sto a dilungarmi ma è tutto tirato via, a volte si cerca di fare qualcosa di personale ma i risultati sono tragici (filtri messi a caso, ralenti senza senso…). Ci sono ingenuità terrificanti, raccordi di montaggio atroci e scelte stilistiche “controcorrente” davvero sciagurate, tipo l’idea di intervistare De Gregori in mezzo alla strada, ma non in una strada cittadina, proprio ai bordi di una strada statale, vicino a un cavalcavia. E quest’intervista (oltre ad avere l’audio disturbato dal vento e dalle macchine che passano continuamente (tra l’altro lui è messo proprio in una curva) è filmata con una sciatteria che lascia senza fiato. Neanche nelle tv private più scalcagnate c’è una simile mancanza di professionalità. Ero realmente basito. Potrei continuare ma non infierisco.
Non tutto è da buttare, ma non per merito del regista, sia chiaro.
Ci sono un paio di momenti che ho trovato molto belli.
Innanzitutto le immagini con l’immensa Giovanna Marini (che io adoro in maniera totale) mentre, nel salotto di casa sua, suona e chiacchiera con De Gregori. Non saranno filmate bene ma mi sono piaciute tantissimo. La Marini ha per me un carisma infinito e il rispetto e l’affetto reciproco con cui interagisce con De Gregori è davvero bello.
Poi c’è un altro momento bellissimo, con De Gregori che rimprovera dei fan troppo invadenti che vogliono autografi e foto mentre lui sta prendendo un caffè o sta parlando al telefono. Momento bellissimo, puro De Gregori. “Spero che le vostre vite vi daranno maggiori soddisfazioni rispetto al fatto di fare delle foto a un cantante che beve il caffé”.
Tra l’altro di questo argomento lui aveva parlato in un pezzo (bellissimo) dell’ultimo disco “Guarda Che Non Sono Io”.
Il resto del documentario è tutto uguale: una canzone e un pezzo di intervista, una canzone e un pezzo di intervista (che alla fine se fosse fatto come si deve non sarebbe nemmeno così male), fino all’incredibile finale con l’autore del documentario che obbliga De Gregori a suonare un pezzo de “La Leva Calcistica Della Classe '68” nonostante lui dica espressamente che non lo vuole fare e che per lui suonare le sue vecchie canzoni mentre è a casa è quasi una violenza.
Terribile anche perché l’autore non perde occasione per fare il figo e ricordare che lui e De Gregori sono amici (la voce off che dice cose tipo: Mi chiama Francesco e mi dice “Scommetto che non verresti mai a sentirmi suonare in Sicilia”… E invece ci sono andato!).
Insomma, per me è un disastro totale, una cosa che non andava fatta.
Restano le belle canzoni, quello sì, tra le quali anche dei pezzi che non vengono suonati spesso (tipo la splendida Ipercarmela) ma le interviste non dicono nulla di nuovo e la confezione generale è davvero amatoriale.
Mi stupisce che escano dei lavori simili, che vadano a Venezia e che abbiano pure una distribuzione in dvd (ignoro se sia uscito anche in sala, preferisco non sapere).