Forgotten (Hang-jun Jang, 2017)

Una famiglia coreana come tante, due fratelli, una nuova casa.
Una notte uno dei fratelli viene rapito, torna dopo qualche giorno senza ricordare niente di quello che è successo. Da qui iniziano una serie di eventi misteriosi e stranezze su cui l’altro fratello decide di indagare.

Più che la trama è l’incipit, questo è uno di quei film di cui è bene non dire molto, dato che fa dei (tanti) colpi di scena il suo punto di forza.

Chi ha familiarità col cinema coreano degli ultimi anni troverà alcune tematiche e alcuni elementi già visti in pellicole più famose, ribaltamenti di genere - dal quasi horror al thriller/mistery al dramma - e anche alcune piccole perdonabili cialtronerie, dove per cialtronerie intendo sia qualche incongruenza sia qualche fin troppo facile scorciatoia o soluzione di comodo per commuovere (soluzioni che comunque funzionano, sia chiaro).

È un film che secondo me punta molto alla pancia dello spettatore, costruendo la tensione in maniera canonica ma efficace.
Nel momento in cui deve svelare le carte (è qui che di solito questo tipo di film si scioglie) offre una spiegazione magari inverosimile ma sicuramente originale e d’impatto.

Intendiamoci, non è un capolavoro, ma è un film che funziona nel fare ciò che si prefigge di fare.

È disponibile su Netflix, in lingua originale e sottotitoli in italiano.

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