Stavolta ci vado giù senza freni (proprio come il film) e mi dovrete perdonare la mancanza di misura e l’eccessivo ardore con il quale scrivo le mie considerazioni.
Ma questo lungometraggio mi è piaciuto assai e si merita un commento entusiastico e senza mezzi termini.
La Casa Del Diavolo è l’ultima fatica di Rob Zombie, il noto rocker, pornofilo e cultore del trash made in USA e non solo.
Avevo visto l’anno scorso il suo film precedente (La Casa Dei Mille Corpi) che era stato “accarezzato” da certa critica e acclamato da moltissimi cinefili e amanti dell’horror.
Era piaciucchiato pure a me…
Al suo secondo film importante il chiomuto e singolarissimo regista ci ripropone il suo solito circo degli orrori fatto di personaggi burleschi, di provincia americana “sudista”, zozza e sudata, di soggetti folcloristici scaturiti dall’immenso cruogiolo del cinema di genere, di donne fameliche, di realtà ultra-deviate, di obiminii viventi e di crudeltà raccontate.
Sì ma stavolta si è spinto pure “oltre”…e quando ci si cimenta con l’“oltre” è naturale che siano in molti a storcere il naso.
Questo è un film “estremo”.
La violenza è presente e regna sovrana dall’inizio alla fine.
E si mostra esplicitamente.
Si fanno a pezzi persone, si deturpano corpi, ci si nutre di pura barbarie in uno show in ultracolor che si compiace di sé.
E in mezzo a tutto questo autocompiacimento c’è pure posto per una sorta di poetica (sì, ho proprio detto “poetica”) che rende questo lavoro un qualcosa di incofondibile.
Inconfondibile e pure COMMOVENTE.
Se siete avvezzi al cinema horror estremo (e lo siete!), alle sue varianti splatter, sleazy e hard-gore, capirete bene di cosa parlo.
Questi sottogeneri cinematografici di norma ci propinano sangue, mutilazioni e crudeltà in maggior numero possibile per colpire a più non posso lo stomaco dello spettatore.
A molti piace ma quello che viene a galla dopo un po’ è una certa monotonia. Una ridondanza di rosso, schizzi e tagli che diviene “regola”. Un concerto mal condotto che ripete le solite note…di “arte” alcuna traccia.
Qui non è così.
Non sempre il regista sceglie di far vedere “tutto”, altre volte lo fa e si rimane spiazzati…altre volte ancora gioca con il commento musicale e il montaggio, vira la fotografia, rallenta le immagini in un caleidoscopio di orrori in cui trovano posto pure emozioni più intime…
Finale E-P-O-C-A-L-E (seppur non originale) che sublima la continua contrapposizione fra bene e male sempre più “l’uno dentro l’altro”.
Ovviamente le lacrime non mi sono mancate…
Il film è girato con una certa maestria registica.
I movimenti di macchina sono “importanti”, il montaggio e i raccordi “spazio-temporali” risolti con originalità, la fotografia azzeccatissima.
La produzione è curatissima e si capisce immediatamente che il tutto ha richiesto parecchio lavoro e parecchie risorse.
Gli attori hanno lavorato duro, sono tutti eccezionalmente dentro la parte. E fra di essi ci sono volti che saranno subito riconosciuti da chi mastica un certo cinema.
Moltissimo cinema poi è “racchiuso” in questo film.
Io ci ho visto molto Sam Peckinpah, Bonny & Clide, L’Ultima Casa A Sinistra, Tob Hooper, Natural Born Killers e pure Thelma & Louise, decine di rimandi al mondo horror americano come innumerevoli omaggi e citazioni a molto cinema sparso qua e là.
La colonna sonora è belissima, ultra “southern”.
Mi sono divertito ad andare a spulciare sul web più commenti possibili su questo film.
Fra forum di appassionati ho letto quasi esclusivamente commenti negativi, giudizi senza riserva alcuna.
C’è chi lo giudica l’opera di un pazzo, chi lo considera una immane coglionata, chi ancora lo deride e lo crede un bluff.
Dopo averlo visto non posso essere che felice della cosa…il tutto me lo fa sembrare, se possibile, ancor più unico e meraviglioso, un gioiello di sangue e malvagità, un’opera che attinge al più puro spirito americano e che ne sublima alcune sue culture.
Dura che lo trasmettano su Italia 1…
Bene, mi son tolto lo sfizio, ora tiratemi pure le pietre.