FRUITS BASKET, NATSUKI TAKAYA
Natsuki Taraya, Fruits Basket, Dynamic Italia, Euro 4.40 l’uno
L’oroscopo cinese in un manga ironico e romantico
Il tratto delicato e preciso narra le vicende di Toru Honda, liceale dall’animo gentile e sereno, nonostante la vita non sia stata generosa con lei.
La ragazza non ha famiglia né casa, ma possiede un grande senso pratico e tanto coraggio. Si adatta a vivere da sola, in una tenda, fino a quando il destino non decide di metterci lo zampino.
Toru si ritrova a vivere con i tre ragazzi della famiglia Soma, Shigure, il più grande, Yuki e Kio, suoi compagni di classe. Shigure è uno scrittore, è pigro e ama tutte le donne. Yuki è serio, anche troppo, gentile nell’animo ma scontroso con le donne, cosa che stupisce le sue compagne di scuola. Kio è un amante delle arti marziali, in perenne contrasto con Yuki, col quale litiga di continuo.
Fin qui sembrerebbe tutto normale: a parte il naturale imbarazzo di una liceale che convive con tre ragazzi affascinanti e il fatto che si occupa di riordinargli vita e casa.
Ma non è questo il punto. I Soma nascondono un intricato mistero di famiglia, una maledizione legata ai segni zodiacali cinesi: toccati da una persona dell’altro sesso, si trasformano negli animali dello Zodiaco cinese.
Per essere precisi:
Shigure diventa il cane, Kyo il gatto, Yuki il topo, Kisa la tigre, Hatsuaro il toro, Isuzu il cavallo, Ayame il serpente, Hatori il drago, Momiji la lepre, Kagura il cinghiale, Kureno il gallo, Ritsu la scimmia, Hiro la pecora e per finire Akito Soma il Dio dello zodiaco cinese.
Da qui nascono tutta una serie di trasformazioni involontarie accompagnate dai rossori di Toru.
Se a questo si aggiunge che Yuki, Kio e Shigure Soma quando ritornano umani sono completamente nudi, si può ben immaginare a cosa Toru vada incontro ogni giorno.
“Fruits Basket” è decisamente grazioso. Per la storia che ricorda vagamente le vicende di “Ranma e ½”(di Rumiko Takahashi).
Per gli interventi di Natsuki Takaya che qua e là danno un tocco di spontaneità e immediatezza e fanno sentire più vicini all’anima del fumetto.
Per i disegni: occhi molto grandi, chiome al vento e costituzioni esili (“Non mi piace disegnare i ragazzi muscolosi”, ci informa l’autrice).
Simpatiche le note a fine volume, come quella sulla posizione di seduta ’seiza’, che oltre ad essere usata nelle cerimonie ufficiali viene anche assegnata ai bambini in punizione. Toru è così sincera con se stessa da assegnarsela da sola quando sbaglia.
Resta un’incognita da scoprire: sul titolo in inglese e il suo significato reale. Ma non saremo certo noi a spiegarlo. “Fruits Basket” va letto, anzi assaporato.