Funeral Parade of Roses (Toshio Matsumoto, 1969)

Dopo la prima visione, avvenuta più di 20 anni fa grazie al lungimirante Ghezzi, mi sono deciso a riguardarlo nel magnifico master restaurato del bluray Carlotta (su amazon a prezzo super invitante).

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Devo dire che la revisione in età più matura mi ha fatto apprezzare molto di più i contenuti, mentre da ragazzino ero stato impattato più che altro dal suo spirito sovversivo e dal linguaggio molto sperimentale.

Potentissimo svelamento del mondo underground del movimento lgbt, che all’epoca stava prendendo la forza ed il coraggio di iniziare ad affermarsi nel quartiere di Shinjiku, crocevia di malaffare, divertimenti, artisti, prostitute, bohémiens e mafiosi.
Collateralmente vengono mostrati anche altri universi underground che collimano con quello dei travestiti, tra cui quello degli artisti di avanguardia e quello della lotta di classe degli studenti e dei movimenti di estrema sinistra.

Il film è molto potente a livello visivo ed è costruito seguendo una frammentazione temporale che, sballonzolandoci in continuazione avanti ed indietro lungo una linea temporale basculante, ci consente solo alla fine di renderci davvero conto di cosa sta succedendo al(la) protagonista. Mi ha colto di sorpresa il tragico epilogo estremamente melodrammatico e violento, e alla fine ti rendi conto che si tratta di una sorta di complesso di Edipo alla rovescia, in cui il figlio che in realtà si sente figlia si unisce col padre e annienta la madre.

Non per niente in una inquadratura che viene reiterata un paio di volte i due protagonisti si trovano per strada davanti ad un muro dove sono affissi i manifesti dell’Edipo re di Pasolini (come al solito, il manifesto giapponese è bellissimo).

Le sequenze più prettamente sperimentali e underground e la parte di “cinema verité” (con il farsi del film sul set e le interviste agli attori che interrompono la diegesi) impreziosiscono questo gioiellino e lo rendono ancora più accattivante e appetitoso per un amante del cinema fuori dagli schemi.

Un interessante bonus di 25 minuti (solo in lingua francese) contestualizza l’opera nel contesto storico/culturale/sociale dell’epoca, racconta carriera ed esperienze degli attori principali e del regista e fornisce chiavi di lettura interessanti.

Gran voglia di vedere la miriade di corti sperimentali realizzati da Matsumoto nel corso della sua carriera.

Vi linko intanto Ecstasis, cortometraggio di 11 minuti che viene parzialmente inserito all’interno di questo Funeral parade of roses:
https://www.ubu.com/film/matsumoto_ecstasis.html

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